Gli Elio e le Storie Tese sono generalmente classificati come gruppo pop rock e rock demenziale, definizione che loro stessi rifuggono proprio per evitare paragoni con gruppi come gli Skiantos. I testi dei loro brani utilizzano ampiamente espressioni gergali, umorismo di scuola milanese e nonsense, passando dal calembour a sfondo sessuale e (soprattutto nelle prime fasi della carriera) il turpiloquio. Tuttavia, nei testi sono presenti anche una sottile satira politica e di costume, fino a livelli di surrealismo e decostruzione linguistica che possono, a tratti, ricordare persino l’avanguardia, il futurismo o il dadaismo.
La musica che accompagna i testi è fondata su un eclettismo a tutto campo, che esplora numerosi generi musicali, spesso contaminati tra di loro in maniera inusuale; nonostante queste continue sperimentazioni, il gruppo è riuscito nel corso degli anni ad aumentare la propria popolarità, dando vita a delle vere e proprie Hit (es. Servi della gleba, Pipppero, Mio cuggino, Tapparella, Shpalman). Sebbene la loro musica ruoti principalmente intorno ad una matrice rock (soprattutto nei primi dischi), questa è pesantemente influenzata da moltissimi altri generi, quali hard rock e derivati, dal progressive rock fino al punk rock, heavy metal, rap, hip-hop, funky, reggae, ska, blues, soul, beat, country, latina-americana, jazz, dance anni settanta e musica operistica. Negli arrangiamenti traspare la grande competenza musicale dei suoi componenti (riscontrabile anche nei loro curricula individuali: dal Rocco Tanica arrangiatore a Elio attore teatrale), che non si circoscrive solo all’aspetto puramente tecnico, ma anche al continuo citazionismo delle canzoni e composizioni più note di ogni tempo.
Gli Elii non tralasciano la parodia di specifici autori (per esempio di Elvis Presley in Pilipino Rock e Ignudi fra i nudisti, di Ligabue in Bis, di Jovanotti in La visione). Hanno inoltre inventato un genere, il Gezz (Ti amo, Sabbiature, Ti amo campionato, L’indianata, Noi siamo i giovani (con i blue jeans), che si basa sull’improvvisazione del testo e non della musica, come nel più noto Jazz. Sono specialisti nell’inserire nelle loro canzoni frammenti di altri brani più o meno conosciuti, arrivando addirittura a realizzare interi pezzi costituiti da melodie saccheggiate qua e là (Indiani [a caval donando]). Hanno anche inciso canzoni che sono di composizione di altri autori, ma suonate al contrario (Ignudi fra i nudisti) e canzoni sempre di altri autori invariate nella melodia ma con un testo modificato, come ad esempio La donna nuda, parodia di I want a new drug di Huey Lewis and the News e Tenia, rifacimento della celebre Maniac di Michael Sembello.
L’originalità del messaggio musicale che nasce da questo miscuglio di generi fa sì che EelST risultino difficili da catalogare sotto un’etichetta ben precisa. La stessa definizione di rock demenziale spesso viene considerata riduttiva nei loro confronti, in quanto le loro musiche e i loro testi sono il risultato di un lavoro di ricerca e sperimentazione paragonabile a quello di alcuni musicisti d’avanguardia. Elio e le Storie Tese, d’altronde, non hanno mai fatto segreto di essersi ampiamente ispirati, nello spirito e nella commistione di generi musicali, a Frank Zappa, anche se la loro esplicita intenzione è quella di creare qualcosa di nuovo e originale, capace di creare interesse ed entusiasmo negli ascoltatori. Loro stessi preferiscono una definizione che si sono coniati da soli, ovvero Musica per sognare.
Il giornalista e critico musicale Ernesto Assante li ha definiti la miglior band italiana di sempre