The Chemical Brothers Live

I destini di Ed Simons e Tom Rowlands si incrociano nelle aule della facoltà di storia dell’Università di Manchester. Siamo verso la fine degli anni Ottanta e i due ragazzi provenienti dalla periferia di Londra, forti di una smodata curiosità per la musica tutta, decidono di mescolare subito le proprie passioni, innamorati folli come sono del groove, nell’accezione più stretta del termine, dell’hip-hop transoceanico, del 2 tone ska, dell’elettronica teutonica e finanche di certo shoegaze. Insomma, due pivelli con il senso del gusto attratti non poco dal ritmo e da ogni sua possibile trasfigurazione.

E così, dopo tutta una serie di esercitazioni, smanettamenti d’ogni sorta e perfezionamenti stilistici, i futuri chimici esordiscono nei locali più cool di Londra nei primi anni Novanta, dove imperversa la drum’n’bass, la cyber-techno e altri surrogati dell’elettronica da intrattenimento. I pionieri del big beat iniziano a sperimentare gradualmente la loro formula, remixando praticamente di tutto, da Eric B. & Rakim ai My Bloody Valantine. Corrono gli anni del Madchester sound, e di lì a poco Simons e Rowlands saranno chiamati anche al di là dell’Atlantico, di spalla a mostri sacri come Orbital e Underworld, facendosi semplicemente chiamare Dust Brothers. Sono proprio quei primi dj set nei festival elettronici di mezzo mondo ad attirare prepotentemente l’attenzione degli addetti ai lavori. La miscela di techno, punk, acid house, elettro-rock e inserti etnici proposta dai due, desta interesse, e la fama dei fratelli Dust cresce nel giro di pochissimi mesi.