Nasce nel 1964 a Livorno da un maresciallo dei Carabinieri palermitano e una casalinga ex-cantante. Dopo aver trascorso l’infanzia a Torino cresce nel quartiere popolare livornese delle Sorgenti, coltivando sin da piccolo una passione sconfinata per la letteratura. Tra gli scrittori più amati Mark Twain e Charles Dickens, padri nobili di quel romanzo di formazione che servirà da modello per le sue future sceneggiature. Durante l’adolescenza dà prova di versatilità recitando, dirigendo e scrivendo testi teatrali in un paio di filodrammatiche livornesi. In seguito stringe un sodalizio artistico con l’ex compagno di liceo Francesco Bruni, che diventerà negli anni successivi il suo cosceneggiatore di fiducia. Frequenta per qualche tempo Lettere e Filosofia all’Università di Pisa e gira alcuni lungometraggi e cortometraggi di cui si sono perse le tracce. Quindi lascia Livorno per Roma: “va in città”, come vent’anni dopo farà la bambina protagonista di Caterina va in città e trent’anni prima aveva fatto Moraldo de I vitelloni di Federico Fellini, un altro grande provinciale del cinema italiano. Nella capitale frequenta il corso di sceneggiatura del Centro sperimentale di cinematografia, dove si diploma nel 1987. Tra i suoi insegnanti ci sono Gianni Amelio e Furio Scarpelli. L’incontro con quest’ultimo sarà decisivo: Scarpelli diventa infatti il suo maestro e la sua guida. Con lui collabora alla sceneggiatura di Tempo di uccidere (1989) di Giuliano Montaldo, tratto dal romanzo di Ennio Flaiano. Tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, Virzì dà il proprio contributo alle sceneggiature di Turné (1990) di Gabriele Salvatores, Condominio (1991) di Felice Farina e Centro storico (1992) di Roberto Giannarelli. Lavora con lo scrittore napoletano Raffaele La Capria ad un film-tv diretto da Alberto Negrin, adattamento di Una questione privata di Beppe Fenoglio. Spronato dal produttore Angelo Rizzoli, Virzì debutta alla regia nel 1994 con La bella vita. Originariamente intitolato Dimenticare Piombino, dal nome della città toscana dove la vicenda è ambientata, il film è interpretato da Sabrina Ferilli e Massimo Ghini. L’opera prima del regista si rifà a Romanzo popolare di Mario Monicelli, un classico della commedia all’italiana non a caso scritto dalla coppia Age e Scarpelli. È la storia di un triangolo sentimentale di ambientazione popolare, sullo sfondo dell’irreversibile crisi d’identità della classe operaia. Presentato con successo nel 1994 alla Mostra del cinema di Venezia, il film viene premiato con il Ciak d’oro, Il Nastro d’Argento e il David di Donatello nella categoria “Migliore Regista Esordiente”. Con questo debutto Virzì mette già in mostra il suo talento nel dirigere gli attori. Nel successivo Ferie d’agosto (1995), interpretato da un cast formidabile (Silvio Orlando, Laura Morante, Ennio Fantastichini, Sabrina Ferilli, Piero Natoli), l’isola di Ventotene è il teatro del conflitto tra due famiglie italiane in vacanza. In questa commedia Virzì riflette sulla rivoluzione politica italiana dopo l’avvento del sistema maggioritario, la discesa in campo di Silvio Berlusconi e la conseguente trasformazione di un paese chiamato a schierarsi su due fronti politici contrapposti. Ferie d’agosto vince il David di Donatello come miglior film dell’anno. Il seguente Ovosodo (1997), dal nome di un quartiere di Livorno, è una delle opere più personali di Virzì. Il film è interpretato da Edoardo Gabbriellini, uno dei volti nuovi del cinema italiano scoperti dal regista. La storia, nonostante la forte connotazione a livello locale, ha uno straordinario successo e riesce a conquistare critica e pubblico: la giuria del Festival di Venezia, presieduta dalla neo-zelandese Jane Campion, consegna al regista il Gran premio della giuria. Nel 1999 dirige Baci e abbracci, una miscela di favola, commedia sociale e racconto natalizio alla Dickens. Ma il riferimento più evidente è L’ispettore generale di Gogol, che aveva già ispirato Anni ruggenti di Luigi Zampa. È la storia corale di un gruppo di ex operai intenzionati ad aprire un allevamento di struzzi nella Val di Cecina, attraverso cui Virzì ritrae ancora una volta l’Italia di provincia sedotta dalla modernità. Nella parte del leader del gruppo Snaporaz compare il fratello Carlo Virzì, musicista di alcuni suoi film e regista de L’estate del mio primo bacio, scritto e sceneggiato da Paolo. I dissesti finanziari di Vittorio Cecchi Gori, produttore e distributore dei primi film del regista, bloccano le riprese di My name is Tanino (2002). Girato tra Sicilia, Canada e Stati Uniti, il film ha una lavorazione difficile: la sceneggiatura, firmata dal regista, Bruni e lo scrittore Francesco Piccolo, viene più volte riscritta durante le riprese per far fronte alla mancanza di finanziamenti. Il protagonista è di nuovo un esordiente, il siciliano Corrado Fortuna, che interpreta un ragazzo in fuga dalla sua Sicilia per inseguire il sogno americano. Il successivo Caterina va in città (2003) è dedicato alla Roma amata e odiata, con le sue scoperte entusiasmanti e le sue delusioni cocenti. La piccola e goffa Caterina è interpretata dall’esordiente assoluta Alice Teghil, nel ruolo della sprovveduta provinciale che osserva il mondo con candore e spaesamento. Nel film la piccola protagonista viene catapultata dalla tranquilla Montalto di Castro alla labirintica Roma per volontà del padre, l’esperto Sergio Castellitto nella parte di un frustrato intellettuale di provincia. Margherita Buy vince il David di Donatello e il Nastro d’argento 2004 come miglior attrice non protagonista, mentre Alice Teghil si aggiudica il premio “Guglielmo Biraghi”. N (Io e Napoleone) (2006), adattamento del romanzo di Ernesto Ferrero N, è una tentata sintesi di commedia all’italiana, film storico e cinema in costume. Virzì riflette sul rapporto tra l’intellettuale e il potere, e arricchisce la trama ottocentesca con riferimenti all’attualità: il parallelismo tra la figura di Napoleone e quella di Berlusconi è delle volte esplicito. Il cast è internazionale: oltre al protagonista Elio Germano, da segnalare Monica Bellucci e Daniel Auteuil. Con il corale Tutta la vita davanti (2008) Virzì realizza uno dei suoi film più amari. In questa commedia grottesca dai toni apocalittici sul mondo del lavoro, la vera protagonista della vicenda ambientata in un call center è la precarietà: lavorativa, sentimentale ed esistenziale. Nel cast compaiono Isabella Ragonese nella parte della protagonista decisa e combattiva, Sabrina Ferilli in un ruolo per lei insolito, e Micaela Ramazzotti. Il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali: il Nastro d’Argento e il Globo d’oro come miglior film, il Ciak d’Oro come miglior film e miglior regia, oltre ai premi conferiti alle interpreti Sabrina Ferilli (Ciak d’Oro, Nastro d’Argento, Globo d’oro), Isabella Ragonese (Premio Biraghi come rivelazione dell’anno) e Micaela Ramazzotti (Premio Kinéo come miglior attrice non protagonista). Nell’ottobre del 2008 il “Festival di Annecy, Cinema Italien” consegna a Virzì il Premio Sergio Leone, riconoscimento all’intera sua opera. Nell’agosto dello stesso anno il regista torna con la sua troupe a Livorno per le riprese di L’uomo che aveva picchiato la testa, un film documentario sul cantautore Bobo Rondelli. Il film viene prodotto dalla Motorino Amaranto, casa di produzione fondata nel 2001 dallo stesso Virzì. Sempre con la Motorino Amaranto gira nel 2009 a Livorno La prima cosa bella, uscito nelle sale il 15 gennaio 2010. Gli interpreti sono Micaela Ramazzotti, Valerio Mastandrea, Claudia Pandolfi, Stefania Sandrelli e Marco Messeri. Il film racconta le vicende della famiglia Michelucci dagli anni Settanta ai giorni nostri: protagonista è la bellissima Anna, madre esuberante che finisce per rovinare la vita ai propri figli, Bruno e Valeria. Bruno, dopo aver abbandonato Livorno per fuggire dalla madre, torna nella sua città natale per starle vicino negli ultimi giorni della sua vita. Il film ha ricevuto diciotto candidature al David di Donatello, ottenendo tre riconoscimenti: per la miglior sceneggiatura, firmata dallo stesso Virzì con Francesco Bruni e Francesco Piccolo , per la miglior attrice protagonista (Micaela Ramazzotti) e il miglior attore protagonista (Valerio Mastandrea). Nel Luglio 2010 a Taormina riceve il Nastro d’Argento, premio assegnato dalla stampa cinematografica, come regista del miglior film dell’anno. A La prima cosa bella vanno anche i nastri per la miglior attrice protagonista (Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli per il ruolo di Anna), per la migliore sceneggiatura (Francesco Bruni, Francesco Piccolo e lo stesso Virzì) e per i migliori costumi (Gabriella Pescucci). Il 17 gennaio 2009 Paolo Virzì si è sposato con l’attrice Micaela Ramazzotti, dalla quale il primo marzo 2010 ha avuto il suo secondogenito, Jacopo.
Paolo Virzì
