Almamegretta

Almamegretta (“anima migrante” in antico latino volgare): un nome scelto per rapresentare l’idea di un continuo spostamento da una cultura all’altra, di un eterno movimento alla ricerca della conoscenza, di una insofferenza nei confronti di ogni frontiera che limiti l’espansione delle coscienze.
Con il primo mini-CD composto da quattro brani, “Figli di Annibale”, gli Almamegretta, ovvero Raiss, Gennaro T, Paolo e D.RaD, si impongono nel 1992 all’attenzione del pubblico, della critica, e di tanti musicisti – tra gli altri Pino Daniele, Litfiba, Lucio Dalla – che manifestano pubblicamente la propria stima nei loro confronti. Solo quattro brani (registrati in cinque giorni e in assoluta economia), “Figli di Annibale”, “Sanghe e anema”, “‘O bbuono e ‘o malamente”, “Pace”, ma più che sufficienti a tracciare tutte le linee sulle quali si svilupperà la fortissima personalità del gruppo: dai contenuti, antirazzismo militante, la sofferenza e le tensioni dei popoli di tutti i Sud del mondo; all’uso del dialetto, esigenza di una immediatezza espressiva e di una teatralità che l’italiano non consentirebbe, insieme alla volontà di dimostrare non solo la possible ma felicissima integrazione di forme di espressione apparentemente lontane; alla musica, vero e proprio documento della contaminazione, manifesto della sperimentazione, forte affermazione ideologica di un principio di multietnicità basato sulla fusione delle musiche popolari del mondo e sulla rivisitazione delle loro tradizioni.