Gino Rivieccio

La mia prima esibizione risale all’età di cinque anni, quando, in piedi sulla sedia, davanti ad amici e parenti, il giorno di Natale lessi la letterina a Gesù bambino in dialetto napoletano, pardon, in lingua napoletana. Sono infatti nato a Napoli. E non potevo che nascere a Napoli. Se fossi nato ad Ivrea a quest’ora probabilmente sarei un turnista al reparto spedizioni dell’Olivetti. Perché Napoli è uno stato d’animo, Napoli è un colore e come dice qualcuno se non fosse esistita il mondo sarebbe stato diverso. Napoli è di tutti, anche se sentire “‘O sole mio” cantata da un giapponese o Filumena Marturano recitata da una slovena equivale a portare un buongustaio a mangiare in un pub. Quando ero bambino, incantato dalla classe del colonnello Bernacca, mi promisi che da grande avrei letto le previsioni del tempo. Non ci sono riuscito. Negli anni scoprendomi umorale, meteoropatico e qualche volta variabile, mi sono accorto che spesso è il tempo a fare le previsioni su di me….