Mauro Mandolini

È stato allievo di Orazio Costa Giovangigli, Gianni Diotaiuti, Giacomo Colli e Antonio Pierfederici. Come attore, ha debuttato nel 1987 con Gabriele Lavia nel Macbeth di Shakespeare, ottenendo un giudizio critico favorevole dalla critica[1]. Ha lavorato con Anatoly Vasiliev presso la Scuola d’Arte Drammatica di Mosca nel 1992, con Giancarlo Cobelli, Tony Bertorelli, Ennio Coltorti, Luciano Damiani, Lorenzo Gioielli, Daniela Giordano, Maria Luisa Bigai e Francesco Giuffrè. È stato il primo interprete in Italia, insieme a Gianluca Ramazzotti, di numerosi testi (“Destinatario sconosciuto” dal romanzo di Kressmann Taylor del 1938 interpretato da Giampiero Ingrassia; “La donna in nero” di Stephen Mallatratt con la traduzione di Carlo Lucarelli; “Napoleone e il generale” della Soiziki Moreau, con musiche di Gianluca Attanasio; “2.24” di Carbonell e Cornelles, musiche di Gianluca Attanasio.

Del 1989 è il suo primo testo scritto e diretto: “Cara”. Hanno fatto seguito: “Notte da rifiuti”, “Deus ex machina”, “Un lungo applauso”, “Ultima stagione in serie A”, “Il piccolo freddo”, “Tana libera tutti”, “Frontale”, “Mammine care”, “Un minuto di silenzio”, “Pizza da asporto”. Nel 1998 è stato invitato al Traverse Theatre di Edimburgo come autore italiano emergente. Ha scritto “La famiglia Ray e la collina dei sette respiri”, un romanzo fantasy (2007)[2].

Contemporaneamente ha coltivato la regia teatrale, dirigendo nel 2010 Lillo & Greg al teatro Brancaccio di Roma in “Intrappolati nella commedia”.