Luigi Lo Cascio

Luigi Lo Cascio nasce a Palermo il 20 ottobre.
Si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico nel 1992, con un saggio su Amleto diretto da Orazio Costa.
Fa del cabaret e nel 1988 è in teatro con Federico Tiezzi per una piccola parte in “Aspettando Godot” di Samuel Beckett.
Lavora poi in teatro con Patroni Griffi, Quartucci, Cecchi.
Ottiene la parte per il film di Marco Tullio Giordana “I cento passi”.
Ha quindi girato “Luce dei miei occhi” di Giuseppe Piccioni, “Il più bel giorno della mia vita” di Cristina Comencini, “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana, “Buongiorno, notte” di Marco Bellocchio, “Mio cognato” di Alessandro Piva.

Enzo Garinei

Attore teatrale e cinematografico, Enzo Garinei esordisce in rivistine di carnevale per studenti al Teatro Valle di Roma, come primo attore in uno spettacolo scritto dal fratello Pietro (che si unirà in seguito a Sandro Giovannini, creando così la coppia “principe” del teatro leggero italiano del secondo dopoguerra). Dagli anni ’40 comincia a partecipare a numerose importantissime riviste e commedie musicali accanto a grandi nomi del palcoscenico, come Wanda Osiris, Gianni Agus, Renato Rascel, Delia Scala e Gino Bramieri. È molto attivo anche in televisione, nel cinema – ha interpretato una serie di divertentissime commedie alcune delle quali al fianco di Totò ( Totò le Mokò, 1949; Totò terzo uomo, 1951) – e nel doppiaggio. Dai primi anni ’80 è il direttore artistico della scuola teatrale “Ribalte” di Roma.

Antonio Albanese

Antonio Albanese, divenuto noto grazie alla esilarante galleria di personaggi di “Mai dire gol” negli anni ’90 si è poi rivelato negli anni successivi uno degli attori più interessanti del panorama comico italiano. E non solo comico, perchè la sua carriera inizia come attore drammatico e le sue doti in questo campo non sono certo da trascurare.

Nato ad Olginate (Lecco) il 10 ottobre 1964 da una famiglia di origine siciliana, Antonio Albanese si iscrive alla Civica Scuola d’Arte Drammatica di Milano, dove si diploma nel 1991.
Debutta come attore di cabaret al teatro Zelig di Milano, partecipa al “Maurizio Costanzo Show”, al varietà condotto da Paolo Rossi “Su la testa…!” (1992), alla trasmissione “Mai dire gol” (1993): in quest’ultima, mette a punto una serie di personaggi (il gentile Epifanio, l’aggressivo Alex Drastico, il telecronista-ballerino Frengo, il giardiniere di casa Berlusconi Pier Piero) divenuti famosi, i cui monologhi vengono successivamente riproposti nel volume “Patapim e Patapam” (1994).

I suoi personaggi sono in realtà molto più profondi di quello che possono sembrare e rappresentano; sono, in qualche modo, aspetti dell’alienazione sociale, pieni di tic, iperattivi e malinconici. Le macchiette portate in scena da Albanese spesso e volentieri si esibiscono in lunghissimi soliloqui senza capo né coda.

Uno dei personaggi più amati è stato creato da Antonio Albanese proprio per la trasmissione della Gialappa’s Band. Il telecronista foggiano con riporto selvaggio Frengo-e-stop è un personaggio dotato di una particolarissima filosofia calcistica appresa dal grande maestro Zdenek Zeman (all’epoca allenatore del Foggia delle meraviglie). L’ingenuo Frengo vive le partite della squadra del cuore in modo surreale, immaginando interminabili dialoghi tra gli avversari e organizzando Karaoke, ruote della fortuna e gite con pranzo al sacco negli intervalli tra primo e secondo tempo. Nonostante questa visione disincantata del cinico mondo del calcio, le numerose sconfitte del Foggia (culminate poi con la retrocessione tra i cadetti) cagionavano inenarrabili sofferenze al telecronista foggiano che più di una volta appare in trasmissione con il riporto spettinato, lo sguardo assente e una enorme croce di legno sulle spalle. Frengo non viene incluso negli spettacoli teatrali di Alabanese, tuttavia viene proposto dall’arista alla fine, nei “bis”, richiestissimo e graditissimo.

In teatro, ottiene grande successo con “Uomo!” (1992, poi ripreso nel 1994), poi con “Giù al Nord” (1997), scritto con Michele Serra ed Enzo Santin.

Dopo tre anni di successi televisivi Albanese abbandona il piccolo schermo (per mancanza di stimoli, come egli stesso avrà modo di ammettere successivamente), per dedicarsi al teatro e intraprendere una nuova carriera, quella cinematografica.

Debutta al cinema come interprete in “Vesna va veloce” (1996), nel ruolo sommesso e malinconico del muratore Antonio; poi è in “Tu ridi” (1998) di Paolo e Vittorio Taviani, dove indossa i panni di un baritono costretto a non cantare più per problemi di cuore.

Il suo esordio dietro la macchina da presa è con “Uomo d’acqua dolce” (1997), scritto con Vincenzo Cerami: Antonio Albanese inscena la vicenda esile e surreale di un maestro di scuola che, avendo perduto la memoria per un colpo alla testa, torna alla propria famiglia dopo un’assenza durata cinque anni.
Poi gira “La fame e la sete” (1999), ancora concepito in collaborazione con Cerami.
Nel 2000 interpreta “La lingua del santo” di Carlo Mazzacurati.

Nel 2002, Antonio Albanese torna con “Il nostro matrimonio è in crisi”, un film agrodolce, in cui l’attore intraprende un viaggio grottesco mettendo alla berlina le esagerazioni della new age. Il film, scritto insieme a Vincenzo Cerami e Michele Serra, è la storia di Antonio, che nel giorno stesso in cui si sposa viene lasciato dalla moglie Alice (Aisha Cerami), la quale gli comunica di dover andare alla ricerca del “proprio Io” in un centro di salute spirituale, guidato dallo pseudo maestro Makerbek (Shel Shapiro).

Nel 2003 interpreta Filippo (accanto a Fabio de Luigi) in “E’ già ieri”, remake del film americano “Ricomincio da capo” (con Bill Murray), diretto da Giulio Manfredonia. Nel 2005 interpreta Giordano Ricci nel film “La seconda notte di nozze”.

Istrione, goliardico, malinconico, dotato di un’impareggiabile mimica facciale, Antonio Albanese è uno dei personaggi di punta del teatro comico e del cinema brillante italiano.

Nel 2003 torna in tv su Rai Tre con una striscia di satira dal titolo “Non c’è problema”. Ma il grande ritorno del cabarettista è consacrato, dopo ben dieci anni di assenza dagli studi Mediaset, quando torna nel 2005 a lavorare con i vecchi amici della Gialappa’s per la nuova edizione di “Mai Dire Lunedì”, con personaggi tutti nuovi e divertentissimi.

Il comico porta spesso in forma di libro i monologhi più importanti dei suoi spettacoli teatrali. Tra i suoi libri più importanti vi sono: “Patapin e patapam” (1994), “Giù al Nord” (1995), “Diario di un anarchico foggiano” (1996).
Con altri comici ha poi scritto “Dai retta a un cretino” (2002), raccolta delle migliori battute effettuate al teatro Zelig, “Chiù pilu pì tutti”, il cui personaggio protagonista è il politico calabrese Cetto La Qualunque.

Con Cetto La Qualunque è presenza fissa nel sabato di “Che tempo che fa”, programma di RaiTre condotto da Fabio Fazio.

Nel 2009 è regista nell’opera “Le convenienze ed inconvenienze teatrali”, di Gaetano Donizetti, rappresentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano. Nello stesso anno è protagonista con Kim Rossi Stuart nel film “Questione di cuore”, di Francesca Archibugi.

All’inizio del 2011 torna sul grande schermo con il film “Qualunquemente”, diretto da Giulio Manfredonia, che vede protagonista Antonio Albanese nei panni Cetto La Qualunque.

Michela Andreozzi

Michela Andreozzi

Michela Andreozzi si laurea in Lettere e Filosofia mentre perfeziona gli studi artistici presso il Teatro Argentina con vari seminari e stages di recitazione e Metodo, conseguendo, inoltre, il Diploma in Sceneggiatura Tv della Scuola Holden.

Inizia a lavorare in televisione a fine anni ’80.

Nel 1996 crea il duo comico Gretel & Gretel con Francesca Zanni. Il duo partecipa anche a numerose trasmissioni televisive tra cui La posta del cuore, Zelig – Facciamo cabaret, Crazy Camera, Telerentola.

La Andreozzi prosegue così da sola il suo percorso come attrice comica partecipando a trasmissioni televisive come Assolo, Due sul divano.

Come attrice è apparsa in Via Zanardi 33, Un posto al sole, Diritto di difesa, Don Matteo, Crociera Vianello, Un amore di strega , Terapia d’urgenza. I suoi primi ruoli da protagonista sono invece nei telefilm La squadra , 7 vite , Distretto di polizia 9, Distretto di polizia 10 e Distretto di polizia 11.

Numerose sono anche le opere teatrali a cui l’attrice prende parte. Oltre che attrice, in teatro è stato anche autrice, sue sono le opere “Sesso chimico” e “La festa”, che ricevono premi nazionali. Ha realizzato, inoltre, cinque regie teatrali.

Per tutto il 2010 sarà in scena con il suo spettacolo “A letto dopo Carosello”, un comico one girl show con musica sulla tv degli anni ’70, scritto con Giorgio Scarselli e Max Viola e diretto da Paola Tiziana Cruciani.

Al cinema, dopo aver partecipato ad alcuni cortometraggi, è nel cast del film di Rocco Papaleo Basilicata coast to coast, nel ruolo della moglie del protagonista interpretato dallo stesso Papaleo.

Dal 2010 è testimonial nella campagna AISM La gardenia dell’AISM.

Nel 2011 partecipa alla seconda stagione della fiction Il Commissario Manara.

Fabrizio Bosso

Fabrizio Bosso ha iniziato a suonare la tromba a 5 anni. A 15 era già diplomato al conservatorio G. Verdi di Torino. Coltivando di continuo gli interessi per la musica di estrazione colta si è accostato al jazz. Un richiamo forte, suadente, a cui il torinese non ha saputo reagire. Tecnicamente impeccabile, ciò che più colpisce di Fabrizio è la creazione di una grafia personale, in cui il colore e la dinamica del suono non sono mai scontati, il senso dello swing è spinto agli eccessi, la tensione creativa è costante anche nell’interpretazione di standard. Oltre ad aver svolto attività concertistica sotto la direzione di George Russell, Mike Gibbs, Kenny Wheeler, Dave Liebman, Carla Bley e Steve Coleman, è stato ultimamente reclutato da Charlie Haden per alcune tappe del tour promozionale del nuovo album della Liberation Music Orchestra. Nel 1999 viene votato come “Miglior Nuovo Talento” del jazz italiano dal referendum della rivista Musica Jazz, e negli anni collabora stabilmente nei gruppi di Salvatore Bonafede, Giovanni Mazzarino ed Enrico Pieranunzi. Fonda, assieme a Scannapieco, gli High Five, suona in duo con Rossano Sportiello in un omaggio ad Armstrong, in trio con D’Andrea e Petrella, nel suo quartetto – con Mannutza, Bulgarelli e Tucci – che presto entrerà in studio di registrazione, ed incide diversi progetti come leader e co-leader. Fortunata anche la collaborazione al fianco di artisti confinanti con l’estetica jazz come Sergio Cammariere e Nicola Conte.

Javier Girotto

Javier Edgardo Girotto nasce a Cordoba il 17 aprile del 1965. Si avvicina alla musica grazie al nonno materno A.L.Caroli, direttore di banda, suonando prima il rullante, poi il clarinetto piccolo in Mi bemolle, nella Infanto Juvenil de Cordoba e nella banda di Villa del Rosario, per poi passare a quello in Si bemolle. Il passaggio, per un clarinettista, al saxofono è naturale. Scelto il sax contralto, comincia a frequentare Buenos Aires, in cerca di qualcuno che lo avvii al jazz, purtroppo senza fortuna. Rientrato a Cordoba forma i suoi primi gruppi di ispirazione jazzistica, dedicandosi anche alla musica commerciale dei cosiddetti “Cuartetos”. A sedici anni intraprende gli studi classici, iscrivendosi al Conservatorio Provincial De Cordoba e non esistendo la cattedra di sassofono, si iscrive ai corsi di clarinetto e flauto raggiungendo il compimento medio in entrambi gli strumenti. Parallelamente agli studi in conservatorio forma e collabora con diversi gruppi, tra cui i Vertiente, un mix di fusion e folklore argentino, i Jazz 440, “Jam”, l’Enzo Piccioni Quartet e il Juan Ciallella Quartet.
A 19 anni vince una borsa di studio del Berklee College of Music e gli si spalancano finalmente le porte del mondo del jazz. Resta nella prestigiosa scuola bostoniana per quattro anni, diplomandosi in Professional Music “Cum Magna Laude”. I quattro anni statunitensi sono proficui, un periodo in cui ha approfondito gli studi di composizione e arrangiamento e di sax e improvvisazione con maestri del calibro di Joseph Viola, George Garzone, Hall Crook e Jerry Bergonzi, imparando poi, “il mestiere”, suonando con Danilo Perez, George Garzone, Hall Crook, Bob Moses, Herb Pomeroy e tanti altri musicisti da cui ha raccolto una scintilla della loro esperienza.
L’avventura italiana di Javier Girotto inizia a 25 anni, per curare alcuni affari della sua famiglia, di origini pugliesi, (il tramite della cittadinanza italiana) decidendo in breve tempo, di iniziare in questa nazione la sua carriera professionale. Anche in Italia alterna la collaborazione con gruppi di musica commerciale, latina, con la formazione di diversi gruppi jazz, con cui comincia la sua indefessa attività di compositore e arrangiatore. La sua prima formazione romana è “Tercer Mundo”, insieme ad Horacio “El Negro” Hernandez, sui binari del latin jazz, un sestetto formato da piano, basso, percussioni, batteria, tromba e sax, seguito a ruota dai “Six Sax”, un quartetto di saxofoni, con basso e batteria, composto da Rosario Giuliani e Tony Germani all’alto, Gianni Savelli al tenore, Javier al baritono, Marco Siniscalco al basso e Pietro Iodice alla batteria, col quale incide il suo primo cd “Homenaje” nel 1995 con special guest Bob Mintzer e Randy Brecker. In questo stesso periodo nasce il gruppo per il quale i sax soprano e baritono di Girotto sono maggiormente conosciuti, Aires Tango, con Alessandro Gwis al pianoforte, Marco Siniscalco al basso e Michele Rabbia alla batteria e percussioni, in un connubio delle ragioni del tango con quelle del jazz che, partendo dal piacere legato all’ascolto degli stilemi della musica argentina, rassicura l’ascoltatore nell’affrontare le “rapide” della “diversità” dei suoi soli. Con Aires Tango incide ben 10 dischi e nel 2009 festeggiano 15 anni di vita con il loro disco “10/15” (appunto per indicare 10° disco e 15 anni di vita del gruppo) gemme di un percorso in cui Girotto è stato accompagnato sempre dal plauso incondizionato del pubblico, che lo ha incoraggiato ad “aprire” il progetto alla voce di Peppe Servillo e all’orchestra sinfonica. Nel 1999 nasce un altro gruppo, “Cordoba Reunion”, formato da quattro musicisti cordobesi, Javier Girotto ai sax e flauti, Gerardo Di Giusto al pianoforte, Minino Garay alle percussioni e Carlos El Tero Buschini al basso, impegnati in un progetto con il quale ritorna alle radici della sua musica, con un occhio a quei tempi che hanno preceduto il tango, trascinando l’ascoltatore in un viaggio empatico ed emozionale alla ricerca dei ritmi del folclore argentino come la milonga, chacarera, zamba e candombe, gruppo, questo che ha inciso un disco con la cantante Mercedes Sosa.
Nel 2000 Javier Girotto forma un doppio duo: il primo con il bandoneon di Daniele Di Bonaventura, col quale incide tre dischi: “Javier Girotto Plays Rava”, “Recordando Piazzolla”e “Recordando Gardel” con un’orchestra di 13 archi;
Il secondo Duo con Luciano Biondini (accordion) con il quale incide 2 C.D. con tutte composizioni originali, ma tornando un’altra volta alla improvvisazione più libera. il primo disco è del 2002 per l’etichetta Philology “ El Cacerolazo”, il secondo nel 2005 per l’etichetta ENJA RECORDS “Terra Madre”. Anche questo duo li vede protagonisti nei festivals e clubs non solo italiani ma maggiormente in Germania, Spagna,Svizzera, Austria ,Danimarca, Olanda, Europa dell’est, Argentina,ecc.

In questo stesso anno inizia la sua collaborazione con la prestigiosa ONJ, l’Orchestre National du Jazz di Parigi (Francia).
Tra le formazioni di Javier Girotto è l’elegante duo formato con il pianista argentino Natalio Mangalavite, con il quale ha inciso Colibrì, un cd che rappresenta la sintesi dell’intero sentire sudamericano, al quale da poco si è aggiunta la voce di Peppe Servillo, andando, così, a creare il Trio G.S.M. Già Servillo aveva collaborato insieme a Girotto in alcuni progetti di Aires Tango come guest e nel tempo la collaborazione si solidificava in un desiderio di creare un progetto insieme dove il cantante fosse protagonista dall’inizio alla fine e che vede concretizzare questo progetto nel loro primo disco dal titolo “L’Amico di Cordoba” per “Il Manifesto C.D.” Peppe Servillo è L’autore dei testi e Girotto della musica. Nel 2008 il Trio G.S.M. registra il secondo c.d. da titolo “Futbol” con ospite Toni Servillo e Fausto Mesolella.
Nel 2002 entra a far parte dell quartetto di Enrico Rava “Piano less” con cui incide un c.d. “Full of Life” assieme a Ares Tavolazzi e Fabrizio Sferra.
Successivamente forma e registra il primo disco “Nauhel” ed: dal “Il Manifesto” Javier Girotto & Vertere String Quartet, privilegiando un repertorio arrangiato da Luigi Giannatempo con musiche originali di Girotto supportato dal quartetto d’archi.
2006 Forma insieme al Paolo Silvestri Ensamble e Luciano Biondini quello che sarebbe la continuazione del disco “Anniversario” fatto con Aires Tango e l’orchestra sinfonica di Sofia ,registrando il primo album per la Giotto Music
Nel frattempo con la PMJO (Parco della Musica Jazz Orchestra – Auditorium di Roma), registra il disco “Argentina :Escenas en Big Band” con composizioni originali di Girotto, arrangiati da Luigi Giannatempo; nell’ dicembre ’08 viene invitato dalla Jazz Orchestra of the Concertgebouw di Amsterdam per una tournée in tutta Ollanda presentando questo progetto de big band e nel agosto del 2010 sarà ospite dela WDR big band (della radio di Colonia – Germania) per un progetto “Jazz tango” insieme a Gary Burton e Marcelo Nisinman
Nell’ novembre 2008 presenta insieme a Paolo Silvestri il “Concerto Latino” per orchestra sinfonica e sax soprano composto da Silvestri per Girotto e in aggiunta composizioni dello stesso Girotto,con la orchestra sinfonica di San Marino , orchestra Filarmonica Marchigiana, orchestra della Magna Grecia di Taranto,orchestra regionale di Roma e del Lazio, progetto che si vedrà riproposto con tutte le migliore orchestre sinfoniche europee.
Sempre nell’ 2008 forma insieme a Fabrizio Bosso il “Latin Mood” documentando questo progetto nel disco “Tribute” e registrando per la Blue Note nello stesso anno il disco “Sol”.
Un altro progetto è quello di aver elaborato un repertorio originale per quartetto di sassofoni insieme al Atem Saxophon Quartet solista,compositore e arrangiatore lo stesso Girotto, documentando questo lavoro nel disco “SUIX” prodotto dal etichetta Parco della Musica di Roma; 2009 registra un disco come solista per L’Espresso “Jazz italiano live” registrato alla Casa del jazz di Roma”
nel 2011 inizia la propria avventura discografica inaugurando la “JG records” con un suo primo disco (registrato completamente in Argentina e con musicisti di Cordoba e amici di vecchia data) “Alrededores de la Ausencia”
è stato insegnante nella cattedra jazz del Conservatorio Santa Cecilia di Roma dal 2007 al 2010 in Sassofono jazz – Composizione e arrangiamento.

Max Paiella

Collabora con Radio 2 nella trasmissione Il ruggito del coniglio, durante la quale, all’interno della rubrica Il Momento Musicale manda in scena svariati e pittoreschi personaggi:

Vinicius du Marones, da Porto Alegre, malinconico cantore di Trishteza, sempre accompagnato alle tastiere dal maestro Cent’anni di Solitudine;
Coricidin, Il più grande cantautore cinese, specializzato, con la complicità del celebre pianista Kambusa One, in scopiazzamenti di canzoni italiane, regolarmente spacciate per melodie …del terzo secolo a. C.;
Demetrios Parakulis, cantautore greco di alto spessore morale, che intende contrastare il dilagare della musica ciofegas, ovvero commerciale e di facile ascolto, proponendo canzoni del genere musicale skarakkias, dove i valori etici invocati nel titolo e nella prima strofa trovano nella sostanza un epilogo assai prosaico. Valido chitarrista, Parakulis è accompagnato alle tastiere da Gheorghios Korkàsis, il re del bouzouki (Attilio Di Giovanni). Con il caratteristico intercalare opa, opa, Parakulis ci ricorda sì che mia faza-mi arraza, ma tua faza-non mi arraza.
Altre riuscite interpretazioni, (sempre in collaborazione con il musicista Attilio Di Giovanni), quelle dei fratelli Cannone, riparatori davvero sui generis, dei vivaisti Davio e Davino; di Fata Paiella, fattucchiera che tutto sistema grazie ai suoi incantesimi in rime baciate. Dalla stagione 2011 – 2012 sono stati introdotti nuovi personaggi come l’Angelo Ukulele, (grazie ad una partnership con il Paradiso), ed il reverendo “Solomon Pajella”.

Gianni Nazzaro

Il debutto artistico avviene nel 1965, con lo pseudonimo di Buddy, imitando con successo le voci di Bobby Solo, Adriano Celentano, Gianni Morandi e altri artisti in incisioni discografiche di secondo piano. Nel 1967 partecipa al Festival di Napoli con il brano “Sulo ppe mme e ppe te”, non accedendo però alla finale.

Finito questo periodo pionieristico si fa notare ad Un disco per l’estate 1968 con il brano Solo noi.

L’anno successivo partecipa con Incontri d’estate al Cantagiro.

Vince il Festival di Napoli 1970 con Me chiamme ammore, mentre si classifica al primo posto ad Un disco per l’estate 1972 con Quanto è bella lei e due anni dopo Questo sì che è amore.

Tra i suoi successi, concentrati soprattutto negli anni settanta: L’amore è una colomba (1970), Bianchi cristalli sereni (1971), Non voglio innamorarmi mai (1972), A modo mio (1974, scritta da Claudio Baglioni ed Antonio Coggio), tutte presentate al Festival di Sanremo, ed In fondo all’anima.

Partecipa al Festival di Sanremo 1983 con il brano Mi sono innamorato di mia moglie, scritto da Daniele Pace, ottenendo un buon esito commerciale.

Nel 1987 tenta nuovamente di partecipare al Festival ma il brano da lui proposto, Perdere l’amore, viene scartato alle selezioni. Ironia della sorte, lo stesso brano viene ripresentato l’anno successivo da Massimo Ranieri, e questa volta non solo viene selezionato, ma addirittura vincerà la manifestazione. In seguito a questo fatto Nazzaro polemizzerà a lungo con gli organizzatori, manifestando la propria rabbia in numerose trasmissioni televisive.[senza fonte]

In occasione del Festival di Sanremo 1994 fa parte del gruppo Squadra Italia, costituito per l’occasione, cantando il brano Una vecchia canzone italiana.

Nel 1998 ha ricoperto il ruolo del padre di Sara De Vito (Serena Autieri) nella soap opera Un posto al sole.

Nel 2007 ha anche recitato nella soap Incantesimo.

Nel 2009 è nel cast principale di Un posto al sole d’estate.

Il 27 ottobre 2010 partecipa come ospite alla trasmissione su Rai Uno ‘I soliti ignoti’.

Nel 2010 partecipa come ospite a tutte le puntate dalla trasmissione ‘MilleVoci’.

Nel 2011 conduce la trasmissione ‘MilleVoci’ e canta il suo intero repertorio.

Dal 16 novembre 2011 è impegnato nella commedia musicale Noi che, gli anni migliori di Carlo Conti al Teatro Salone Margherita (Roma).

Debora Villa

Attrice brillante, con un’importante formazione teatrale, ha partecipato a numerosi programmi televisivi delle reti Mediaset e Rai. Molto apprezzata dal grande pubblico come comica soprattutto per l’interpretazione dell’esilarante segretaria Patty nella sit-com Camera Cafè. Per la radio è stata la brillante speaker del programma Caffelatte News di Radio Monte Carlo e di Rush Hour di e con Kay Rush. Fuga dal call center è il suo primo impegno cinematografico in un lungometraggio, dopo la partecipazioni ai corti + 39 (2005) di A. Modiglioni e L’ultima sigaretta (2004) di G. Fumagalli.

Paola Quattrini

Debuttò nel mondo dello spettacolo fin da bambina esordendo nel cinema a quattro anni nel film Il bacio di una morta di Guido Brignone, alla radio a otto anni in Cavallo a dondolo a fianco di Corrado e in teatro a dieci anni in Il potere e la gloria di Graham Greene, per la regia di Luigi Squarzina.[1]

Ha interpretato vari film nel genere commedia, ma anche film drammatici come Panagulis vive (1982) di Giuseppe Ferrara. È stata diretta da Vittorio Gassman in Di padre in figlio (1982) e con lo stesso Gassman ha recitato in uno dei suoi ultimi film: La bomba (1999).

Per la televisione ha interpretato, negli anni settanta, alcuni sceneggiati di successo, fra cui I demoni (1972) e Puccini (1973). Nel decennio successivo ha condotto, con Johnny Dorelli, il varietà Finalmente venerdì (1989). Negli anni settanta ed ottanta ha posato nuda più volte per Playmen e per l’edizione italiana di Playboy.

In teatro ha lavorato soprattutto in commedie brillanti come Il gufo e la gattina al fianco di Walter Chiari e Mi è cascata una ragazza nel piatto al fianco di Domenico Modugno. È stata inoltre protagonista di Se devi dire una bugia dilla grossa con Johnny Dorelli e Oggi è già domani, ultima regia di Pietro Garinei al Teatro Sistina di Roma.

Nel 1993 vinse il Nastro d’Argento alla migliore attrice non protagonista per l’intepretazione di Lea in Fratelli e sorelle di Pupi Avati.

Nel 2003 il presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi le conferì l’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana, per una vita dedicata al cinema, alla televisione e al teatro.

Nel 2009 ha pubblicato il libro A.M.O.R.E., romanzo autobiografico edito da Simonelli Editore.

È stata sposata tre volte, anche la figlia Selvaggia Quattrini ha intrapreso la carriera di attrice.