Michele Placido

Cresciuto in una famiglia numerosissima, terzogenito di otto figli, Placido subisce l’influenza formativa di mestieri diversissimi (tra i parenti compare anche un fuorilegge). Sceglie però di dedicarsi al mondo dello spettacolo, seguendo l’inclinazione naturale a recitare: studia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e debutta a teatro nel 1970, nell’ “Orlando Furioso” diretto dal regista Luca Ronconi, poi trasmesso anche sul piccolo schermo. Dopo diverse esperienze in campo teatrale e altre minori in settori estranei al mondo dello spettacolo (sarà anche volontario in una caserma di polizia, preannunciando involontariamente il successo futuro del famoso Commissario Catani de La piovra), lo vediamo anche in televisione a interpretare Il picciotto (1973) di Alberto Negrin. Seguono collaborazioni importanti nel mondo del cinema: recita in Teresa la ladra (1973) di Carlo De Palma, Romanzo popolare (1974) di Mario Monicelli, Mio Dio, come sono caduta in basso! (1974) di Luigi Comencini e Marcia trionfale (1976) di Marco Bellocchio. L’incontro con Giuliano Montaldo si rivela fortunato e Placido diventa il protagonista assoluto di L’Agnese va a morire (1976), seguito poi dal dramma erotico Kleinhoff Hotel (1977) di Carlo Lizzani, film pretenzioso che viene equilibrato dal successivo ingaggio, la commedia Casotto (1977) di Sergio Citti.

La fortuna de La piovra
La sua filmografia è una delle più ricche e variegate degli attori italiani: alla fine degli anni Settanta lavora con i fratelli Taviani ne Il prato, con Luigi Zampa nella commedia sexy Letti selvaggi, nuovamente con Lizzani in Fontamara e con Bellocchio in Salto nel vuoto. Si fa notare anche all’estero, soprattutto in Francia e Germania, dove lavora con il regista Walerian Borowczyk in Lulu e Ars amandi – L’arte di amare e con Benoit Jacquot, accanto a Isabelle Huppert in Storia di donne. Nel 1983 arriva la grande occasione, quella che lo rende popolare e famoso in tutta Italia: chiamato da Damiano Damiani (con il quale aveva già lavorato ne L’uomo in ginocchio), è il commissario di polizia Cattani de La piovra, fortunata serie televisiva che ha emozionato gli spettatori televisivi per molti anni.

Il passaggio alla regia
Ormai consolidato il successo, viene ingaggiato per ruoli sempre più difficili e complessi: il primo di una lunga serie è il professore di Mery per sempre (1989) di Marco Risi, seguito qualche tempo più tardi dalla vibrante interpretazione di un bieco affarista in Lamerica (1994) di Gianni Amelio. Tra questi due ruoli fondamentali per la sua carriera, trova tempo e modo per mettersi alla prova nel campo della regia: nel 1990 esordisce con Pummarò, film sulle difficoltà di integrazione sociale degli immigrati in Italia. Due anni dopo cambia genere e sceglie toni più leggeri per la realizzazione de Le amiche del cuore (1992), di cui è regista e interprete, ma è solo una parentesi perché riprende subito ad interessarsi al cinema d’inchiesta, da lui tanto amato: è Giovanni Falcone nel film omonimo di Giuseppe Ferrara, dirige poi Un eroe borghese (1995) e soprattutto Del perduto amore (1998), ritratto di una dolce e coraggiosa insegnante che cerca di ribellarsi al maschilismo del paesino meridionale in cui vive.

Interpretazioni misurate
Nel 1999 ritrova Marco Bellocchio che lo inserisce nel cast de La balia e, più tardi, anche Mario Monicelli, uno dei registi che lo ha iniziato al mondo del cinema, che lo vuole nella commedia Panni sporchi (1999). In veste d’attore lo vediamo anche in Un uomo perbene (1999) di Maurizio Zaccaro e al fianco di Laura Morante nel brioso Liberate i pesci (2000) di Cristina Comencini. Dopodichè ritorna a lavorare per un periodo in televisione, nello sceneggiato Padre Pio tra cielo e terra (2000) e nell’interessante ricostruzione de Il sequestro Soffiantini (2002) diretta da Riccardo Milani che lo richiede anche al cinema per l’intenso film Il posto dell’anima (2003), denuncia amara e puntuale dell’abuso di potere delle multinazionali.

Amante della letteratura e delle storie d’amore romantiche e passionali, si dedica alla realizzazione de Un viaggio chiamato amore (2002), incentrato sulla figura del poeta tormentato Dino Campana e della travagliata storia con Sibilla Aleramo. Da regista prosegue il suo personale viaggio nel mondo dell’anima con l’inguardabile Ovunque sei (2004), con Stefano Accorsi e la figlia Violante Placido, concentrato di banalità e pochezza stilistica da dimenticare. Come attore invece, non sbaglia un colpo; nel giro di pochi anni colleziona una serie di film molto importanti per la storia del cinema italiano. Prima compare ne L’odore del sangue (2004) di Mario Martone, nel 2006 è in Arrivederci amore, ciao di Michele Soavi e ne Le rose del deserto di Monicelli, e infine è un volgare chef in Commediasexi (2006) di Alessandro D’Alatri. Verace e insensibile ne Il caimano (2006) di Nanni Moretti, è più interessante il suo personaggio ne La sconosciuta (2006) di Giuseppe Tornatore.

La grande epopea di Romanzo criminale
La sorpresa del nuovo millennio è senza dubbio Romanzo criminale (2005), scritta assieme a Rulli e Petraglia e diretta da Placido con grande maestria. Realizza un film all’americana, con un ottimo cast di attori, scoprendo lati nascosti della capitale, indagando negli angoli bui della storia. E se come regista firma la sua opera più compiuta, come attore non azzecca un film: lo troviamo nel confuso SoloMetro (2006) di Marco Cucurnia, nel demenziale 2061 – Un anno eccezionale (2007) di Carlo Vanzina e ne Il sangue dei vinti (2008) di Michele Soavi. Ritrova il gusto con i film successivi, con la misurata interpretazione de L’ultimo padrino (2007) e in Piano, solo (2007) ma anche in Aldo Moro – Il presidente (2008) e nel piccolo gioiello Focaccia Blues (2009) di Nico Cirasola. Ormai esperto nel ritrarre con efficacia le pagine della storia italiana passata, firma la regia de Il grande sogno, film sulle contestazioni studentesche del ’68. Ma non smette di recitare, così è uno dei protagonisti di Oggi sposi (2009) di Luca Lucini, al fianco di Luca Argentero.

Una nuova sfida con le gesta del bel René
Nel 2010 arriva per lui un’altra importante sfida: trasporre sul grande schermo la vita e le gesta di Renato Vallanzasca, il bandito – oggi in prigione – che negli anni Settanta, a capo della banda della Comasina, terrorizzò Milano con rapine, sequestri, omicidi ed evasioni. Il 6 settembre 2010 Vallanzasca – Gli angeli del male è stato presentato fuori concorso alla 67ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove, seppur accompagnato da qualche polemica, è stato accolto positivamente dal pubblico.

Recenti ruoli da attore
Due dei suoi ultimi tre film da attore sono al servizio di Giovanni Veronesi. È un padre malfidato in Genitori & figli:) Agitare bene prima dell’uso (2010), e replicherà la collaborazione col regista in Manuale d’amore 3 (2011). Sempre in ambito di commedie, viene da diretto da Neri Parenti in Amici miei – Come tutto ebbe inizio.

Milena Vukotic

Attrice soave e pacata, minuta e delicata, dotata di una classe che da sempre la contraddistingue, ha attraversato il cinema italiano (e non solo), dai primi anni Sessanta fino ad oggi senza mai risparmiarsi. Figlia di un commediografo jugoslavo del Montenegro e di una pianista e compositrice italiana, Milena si accorge da subito di avere l’arte nelle vene e la recitazione come passione. Da esile ballerina di danza classica della compagnia internazionale Grand Ballet du Marquis De Cuevas e di Roland Petit passerà a frequentare corsi di teatro in Francia e, al suo ritorno in Italia, sceglierà di continuare a danzare solo sporadicamente per dedicarsi invece alla più amata recitazione.
Precisa e meticolosa, approda al cinema nel 1958 con La carne è debole accanto a Silvia Dionisio e Bernard Blier e, con l’arrivo degli anni Sessanta, il grande schermo le apre le sue porte dorate, dove trova posto soprattutto nelle commedie. Scelta da grandi registi italiani come Fellini (Giulietta degli Spiriti, 1967 e Tre passi nel delirio, 1968), Monicelli (Amici miei 1975 e Amici miei – Atto II 1982), Scola (L’arcidiavolo 1966 e La terrazza 1982) e poi ancora Festa Campanile, Loy, Lattuada, Risi, Bolognini e Damiani, arriva a recitare perfino accanto ad Elizabeth Taylor e Richard Burton ne La bisbetica domata (1967) di Franco Zeffirelli, ma saranno pur sempre ruoli marginali e da caratterista dove ricopre le vesti da “serva” timida e silenziosa o quelle da “padrona”, signora dell’alta borghesia sofisticata e distinta.
Con gli anni Settanta, mentre in Italia recita in pellicole mediocri e commedie scollacciate, si accorgono di lei a livello internazionale: diventerà, infatti, una delle attrici della corte di Luis Buñuel, il padre del surrealismo, in film come Il fascino discreto della borghesia (1973) e Quell’oscuro oggetto del desiderio (1977). Non sfugge neanche al piccolo schermo dove già nel 1964 Lina Wertmüller l’aveva imposta nel ruolo di una delle sorelle di Gian Burrasca (interpretato da un’esordiente Rita Pavone) nello sceneggiato a puntate “Il giornalino di Gian Burrasca”, e sarà anche una perfetta Alice ne “Nel mondo di Alice” (1970), trasposizione televisiva della celebre fiaba di Lewis Carroll “Alice nel Paese delle Meraviglie”. A teatro, pupilla della grande Rina Morelli, lavora con la compagnia Morelli-Stoppa nel 1982 con “Oh, che bella guerra” e nel 1983 con il pirandelliano “Così è se vi pare”. Ma non bisogna dimenticare che a dirigerla sul palcoscenico sono stati anche Franco Zeffirelli, Giorgio Streheler, Paolo Poli e Jean Cocteau.
Tuttavia la sua immagine resterà per sempre legata al personaggio della moglie disincantata e fin troppo ubbidiente “Pina” nella serie di film sul ragionier Ugo Fantozzi. Subentrata al posto di Liù Bosisio (che aveva fatto i primi due film), ha saputo creare, con Paolo Villaggio, una coppia di “mostri” davvero eccezionale che si sedimenterà nella Storia del Cinema Italiano con titoli come Fantozzi contro tutti (1980), Fantozzi va in pensione (1988), Fantozzi alla riscossa (1990), , Fantozzi va in Paradiso (1993, che le frutterà il Nastro D’Argento come miglior attrice non protagonista nel 1994), Fantozzi il ritorno (1996) e Fantozzi 2000 – La clonazione.
La Vukotic, oggi, continua ad ottenere un rinnovato e meritato successo nella fiction “Un medico in famiglia”, in onda su Rai Uno a partire dal 1998. Sua è la parte della nonna snob Enrica, figura contrapposta al ben più affabile nonno Libero, interpretato da Lino Banfi, con il quale aveva lavorato in coppia già negli anni Settanta. I suoi programmi futuri, finita la serie, sono tutti teatrali, eccezion fatta per il ruolo dell’infermiera che fa l’uncinetto e dopo le tre di notte diventa sboccata di Saturno contro (2007) di Ferzan Ozpetek.

Orso Maria Guerrini

Divenne noto al grande pubblico nel 1970 quando fu scelto per interpretare il protagonista in E le stelle stanno a guardare da parte del regista Anton Giulio Majano. Ha recitato poi in decine di film per il cinema e per la televisione, oltre ad aver fatto anche il doppiatore. Ha lavorato pure nella pubblicità e da diversi anni è il volto del celebre Baffo della Birra Moretti. É la voce narrante del generale Josè Borjes nello spettacolo La Storia Bandita, che narra le vicende del brigante Carmine Crocco e che si tiene ogni anno a Brindisi di Montagna (Potenza)

Sabrina Colle

Sabrina Colle ha iniziato la sua formazione artistica a Parigi, dove ha lavorato come modella e contemporaneamente ha studiato alla scuola d’arte drammatica dei Cours Florent. Al cinema ha esordito con la regista Mama Keita, e in seguito ha partecipato a uno dei primi lavori di Bertrand Bonello (Le chemin du Calvaire et les chapelles de Vence). Tornata in Italia, ha alternato l’attività cinematografica, anche in ruoli di protagonista (E ridendo l’uccise, regia di Florestano Vancini; La porta delle sette stelle, regia di Pasquale Pozzessere), con quella teatrale e televisiva. Negli ultimi anni, si è dedicata specificatamente al teatro, stabilendo un sodalizio privilegiato con la regista Andrée Ruth Shammah (Teatro Franco Parenti, Milano).

Lucrezia Lante Della Rovere

Lucrezia è figlia di Alessandro (Roma 1936- Roma 1995) e di Marina Ripa di Meana (Marina Lante della Rovere)[1].

Attrice cinematografica, ma anche teatrale e televisiva, debutta sul grande schermo con il film di Mario Monicelli, Speriamo che sia femmina (1986), dove si trova accanto ad attrici come Catherine Deneuve, Stefania Sandrelli, Giuliana De Sio ed attori come Giuliano Gemma, Bernard Blier, Philippe Noiret, Paolo Hendel.

Ha avuto successo anche come interprete di molti spettacoli teatrali, tra cui Quando eravamo repressi di Pino Quartullo, Risiko di Francesco Apolloni, Oleanna e Il cielo sopra il letto di Luca Barbareschi.

Ha recitato in varie fiction tv, tra cui alcune insieme a Barbareschi, nonché Orgoglio e Donna Detective.

Nel 2005 ha vinto il Taormina Film Festival con il film Gli occhi dell’altro.

Nel 2012 è tra i concorrenti dell’ottava edizione del talent di Rai Uno Ballando con le stelle, condotto da Milly Carlucci.

Gabriele Pignotta

C’era una volta un bambino che quando andava al cinema si emozionava così tanto ma così tanto che a volte rimaneva a vedere i film due, anche tre volte di seguito… finché un giorno decise che il suo destino nella vita era fare l’attore… e far provare agli altri quelle emozioni che lui stesso aveva provato”. Se dovessi iniziare la mia biografia artistica comincerei così come un bambino dentro una favola, sì perché per me fare questo mestiere significa continuare a essere quel bambino che si emozionava e che voleva vivere all’interno di un mondo che non c’è! Certo per vivermi quella favola la strada è stata lunga, i sacrifici tanti ma alla fine credo di esserci riuscito e la favola sta diventando sempre più bella. Ciò che desideravo era raccontare e interpretare storie per far vivere agli altri quelle stesse emozioni che troppo” commedie talmente riuscite da farmi arrivare così tutta insieme, la consacrazione di pubblico e di stampa! Nel frattempo La Compagnia di Gabriele Pignotta diventa la compagnia di giro nazionale più promettente del nuovo panorama teatrale e per me un preziosissimo gruppo di amici e talenti di cui non posso più fare a meno! Yesss… quel bambino sprofondato nella poltrona di un cinema di periferia aveva fatto bene a sognare… ma la mia favola deve ancora finire, alla porta stanno bussando delle sorprese fantastiche. Grazie a Marco Belardi produttore giovane ma lanciato al successo, la mia commedia Ti sposo ma non troppo, sta per diventare un film… E poi dicono che le favole non esistono, puah!

I Sequestatori

Nel 2002 intraprendono la strada dello spettacolo, formando il duo I Sequestrattori, si esibiscono in numerosi locali di Milano e provincia e poi si trasferiscono nella capitale, dove prendono parte al Master della Comicità e alla rassegna Tutte le risate portano a Roma. Pippo Baudo li sceglie per partecipare al varietà televisivo Sabato Italiano su Rai Uno e da lì, intervengono in diverse trasmissioni TV: Caffè Teatro Cabaret, Matinée e Super Trambusto.

Nel 2009 diventano i conduttori del Laboratorio Zelig di Roma e nello stesso anno entrano nel cast di Zelig Off.

I Turbolenti

I TURBOLENTI nascono il 29 ottobre 1998, nel locale “Fronte del Porto” a Milano, questa è la data della prima esibizione dei Turbo nella formazione definitiva.

Ai tre milanesi si unisce il romano Gianluca Fubelli alias “Scintilla”.

La nostra avventura prosegue nel locale milanese “La Corte dei Miracoli” del maestro Renato Converso, dove sperimentiamo la nostra comicità, che viene plasmata dagli studi di mimo, clownerie e improvvisazione teatrale.

Dopo un paio d’anni di gavetta arrivano i primi festival.

Nel 2000 arriviamo in finale al Festival del Cabaret emergente di Modena e subito dopo in finale al Festival Nazionale del Cabaret che si svolge a Torino che vinciamo con lo sketch ” LUNA ROSA”.

Con la vittoria del festival di Torino aumentano le serate, in particolare nello storico locale milanese “Ca’Bianca”, dove abbiamo la possibilità di forgiare il nostro carattere grazie alle variegate tipologie di pubblico .

Contemporaneamente veniamo accolti nel mitico laboratorio di “Scaldasole” già palestra di molti comici affermati.

Arriva anche la prima apparizione televisiva, nell’emittente regionale telenova facciamo parte della trasmissione comica “lista d’attesa”

Nel 2002 approdiamo anche a Zelig dove debuttiamo con il nostro spettacolo “Andiamo via”, entrando poi in pianta stabile nel laboratorio dello storico locale di Viale Monza.

Determinante per la nostra carriera fu l’incontro con Diego Abatantuono ,che venne a vederci al “Ca’ Bianca”. Stava lavorando al progetto “Colorado Cafè” , laboratorio comico ispirato al Derby che si sarebbe tenuto nel locale “Salumeria della Musica”, e ci propose di farne parte. Il laboratorio dopo due anni si trasformò nella trasmissione televisiva Colorado Cafè giunta oggi alla settima edizione e di cui noi abbiamo sempre fatto parte raggiungendo lo storico traguardo delle 100 puntate. Nel corso di questi anni oltre a Colorado sono arrivate altre soddifazioni, come la partecipazione al film “Ecceziunale veramente… capitolo secondo me” con Diego Abatantuono, la vittoria del premio della critica al prestigioso premio Charlot di Paestum nel 2002, la partecipazione dal 2006 al 2008 alla trasmissione sportiva guida al campionato di italia1 e la fiction ” Fratelli Benvenuti ” al fianco di Massimo Boldi.

Oltre alla TV per noi è impagabile la soddisfazione nel vedere l’accoglienza della gente che viene ai nostri spettacoli in giro per l’Italia.

Paolo Cevoli

A partire dall’età di 11 anni, durante tutte le estati tra un anno scolastico e l’altro, aiuta i genitori nella gestione dell’albergo nella natìa Riccione. Frequenta l’Università di Bologna tra il 1979 e il 1983 e si laurea in Giurisprudenza. Dopo la laurea lavora come manager al Grand Hotel di Rimini.
Nel 1986 si sposa con Elisabetta. Nascono due figli: Giacomo nel 1988 e Davide nel 1990. Nel 1990 si trasferisce a Bologna con la famiglia. Nello stesso anno partecipa al concorso per giovani comici “La Zanzara d’Oro”, dove risulta terzo classificato dopo Antonio Albanese. È la prima esperienza come comico-caratterista. Tra il 1990 e il 1991 partecipa come ospite (15 puntate) al Maurizio Costanzo Show.
Nel frattempo continua il suo lavoro “ufficiale”. Seguendo le orme del padre, diventa imprenditore: apre un locale investendo tutti i propri risparmi. Il locale comincia ad essere frequentato da personaggi dello spettacolo, tra cui Gino e Michele, che si accorgono che Cevoli è molto bravo ad intrattenere gli ospiti. Ha una particolare brillantezza nel raccontare barzellette.
Viene invitato ad esibirsi in un locale meneghino, lo Zelig, palestra per volti noti e meno noti del cabaret. Inizialmente declina l’invito, poi accetta (2001).
Dal locale passa direttamente alla trasmissione televisiva su Italia 1 del lunedì sera, dove porta alla ribalta il personaggio di Palmiro Cangini, Assessore alle «Assessore alle «Attività Varie ed Eventuali»» del comune di Roncofritto (2002).
Per tutto il decennio è ospite fisso di Zelig e protagonista di tour estivi. Nel 2008 è stato testimonial del banco del farmaco ed ha girato uno spot televisivo, andato in onda anche gli anni successivi.
Cevoli vive tuttora a Bologna con la moglie ed i figli. Il suo lavoro “ufficiale” è il consulente nel settore della ristorazione.

Carmine Faraco

Carmine Faraco (Napoli, 15 dicembre 1962) è un cabarettista, cantante e attore italiano.

Acquista popolarità per aver partecipato ad alcuni film molto famosi come Ricomincio da tre, Il tassinaro e L’allenatore nel pallone. Intanto si divide tra televisione, radio e teatro. Ha partecipato alla seconda e terza edizione del Seven Show e al Maurizio Costanzo Show nel 2003. Nel marzo 2010 ha partecipato allo show di Gigi D’Alessio Gigi – Questo sono io.

« Amo i cantautori. Ho iniziato la mia carriera facendo pianobar. Mi chiamavano Il Re del night, quando un bel giorno – anzi brutto – mi inceppai e fu allucinante. All’inizio non ci pensai poi con il passare del tempo tutte le incongruenze contenute nei testi delle canzoni mi hanno isterizzato, ma alla fine ho capito che ci si poteva divertire. » Torna alla ribalta nel 2007, quando entra a far parte del cast dei comici di Colorado Cafè. Qui impersona L’uomo dei Pecchè, in cui analizza in maniera dissacrante dei testi di canzoni più o meno famose, ulteriormente ridicolizzate nel momento in cui paragona i vari cantanti e cantautori italiani (come Antonello Venditti, Franco Battiato, Alex Britti, Tiziano Ferro, Gigi D’Alessio e altri) alle grandi band inglesi come “i Genesis, i Pink Floyd, i Deep Purple”. Con lo stesso tipo di sketch è comparso anche a Made in Sud nel 2013.

Il 5 maggio 2011 è stato pubblicato il suo primo brano, Pecchè (Perché), in cui riprende gli stessi temi dei suoi sketch più popolari. L’11 Maggio 2013 per la prima volta è chiamato ad esibirsi al Liceo Statale Albertini di Nola.