Lina Sastri

Sono nata a Napoli e le prime esperienze le ho fatte nella mia citta’. Sono stata prima attrice e poi spettatrice. Non ero mai stata a teatro, perche’ i miei familiari non avevano l’abitudine di andarci. Vivevo la mia adolescenza con un senso religioso e solitario della vita. Ero una che combatteva per studiare, faceva la comunione e ci credeva, si commuoveva; e aspettava il proprio compimento nello sposo, in quello che sarebbe stato l’uomo della vita, l’unico. Il teatro mi era sconosciuto. Lo consideravo una cosa da ricchi o da letterati. Perche’ e’ vero che esistono le classi, e il popolo al quale appartengo ha un suo snobismo al contrario, un’antica diffidenza che rifiuta la forma, anche quella dell’arte. E’ qualcosa che mi e’ rimasta e che mi rende difficile, e intensa, la vita. Pero’ lo avevo fatto a scuola, il teatro, con le suore. E me ne restava un ricordo, soprattutto di odori: odore di legno e di polvere (“il palcoscenico”) e odore di privilegio (“le ragazze della recita”) e di rigore insofferente. Mi piaceva. L’ho incontrato allora. Per caso, o per amore. Nella mia ignoranza di qualsiasi percorso non sapevo nemmeno che esistesse un’Accademia d’Arte Drammatica. E cosi’, finita l’adolescenza senza averla vissuta, mi venne improvvisa e violenta la voglia di viverla in modo piu’ adulto e infantile al tempo stesso. Un’adolescenza senza flirt ne’ compagnie ne’ spensieratezza. Ma piu’ densa, piu’ segreta e peccaminosa. E allora, ecco, il teatro. Ma come un sogno, come un gioco, finalmente. Mai ho pensato che avrei fatto l’attrice, mai. Era solo una follia, una follia di liberta’. Presi l’elenco del telefono, cercai sotto “scuole di recitazione”. Ne trovai una, la portava avanti una certa contessa. Pagai la quota, ma dopo tre settimane me ne andai. Mi era sembrata poco seria. Ero avida, si’, ma di rigore, di assoluto. Qualche mese dopo mi telefona uno dei compagni di quel corso. Mi dice che c’e’ un regista a Napoli, uno importante. Ha una scuola al Teatro Orione, un teatrino di preti… Ci andai, e ne restai incantata, assolutamente incantata di fronte al teatro vero (tale mi era parso, allora, quel teatrino). E fu immediata, mi ricordo, una convinzione: che solo nel teatro era possibile, almeno per me, vivere la condizione umana nella sua divinita’, nella sua bellezza. Ho sempre, allora e adesso, associato l’idea e il mistero dell’arte all’idea e al mistero della religione. E non potei fare altro. Lasciai gli studi, benche’ mi fossi appena iscritta all’universita’ (e pensare che proprio questo fatto di essere “universitaria” mi aveva fatto sentire molto autonoma e molto progredita!), e lasciai casa mia, subito, immediatamente. Non potevo fare altro che l’attrice. Vorrei dire che non e’ stata neppure una decisione, fatta di riflessioni, di pro e di contro. No, e’ stata una via naturale, semplice: come vivere. E anche quel difficile inizio, che nel ricordo a volte nobilito come una scelta responsabile e consapevole, mi apparve naturale. Cosi’ vennero i primi spettacoli a Napoli, la musica con la Nuova Compagnia di Canto popolare di Roberto de Simone, e poi l’abbandono e la fuga, perche’ volevo a tutti i costi venire a Roma (“a Roma… a Roma!…” come le tre sorelle di Checov che vogliono andare a Mosca). Avevo gia’ nostalgia (pensate “nostalgia”) del teatro, del rito. Cominciai con la Commedia dell’Arte. E l’amai subito, senza conoscerla. Come ho amato, e continuo ad amare il teatro, senza conoscerlo. Roma (oddio!, Piazza Navona, un altro mondo, la confusione, la felicita’) e la fame, la fame vera. Ma non me importava niente. Poi le “cooperative”. Montare e smontare, recitare, smontare la scena, ripartire…Era bellissimo. E sempre in questo mistero, il mistero dell’arte. Grande amore per il “teatro di strada”, per il tendone da circo, per lo spazio! Anche piccoli contatti, intanto, con l’altro teatro, quello piu’ vero, quello con le tende di velluto e il foyer. Ecco Eduardo il Grande. Io faccio la comparsa, poi mi danno una battuta, poi due, poi tre. E arriva la sostituzione di un’attrice malata, il caso classico, di tutte le biografie di attrici. Ho avuto il privilegio della stima di Eduardo, forse anche il suo affetto. C’e’ stato anche Peppino De Filippo. Con lui, di nuovo la Commedia dell’Arte. Grande attore e grande debolezza. Peppino padre, Eduardo amante (se non e’ una bestemmia). Di nuovo il tendone da circo, di nuovo Napoli, di nuovo la musica e infine la musica nel teatro : Masaniello, di Armando Pugliese, regista e uomo di teatro che poi, negli anni, avrei rincontrato e sarebbe diventato un amico, un compagno di avventura. Che emozione, che fortuna, averlo vissuto! C’era gente, gente che non era mai stata a teatro (lo sapevo bene), che affollava il tendone, che veniva e tornava, anche molte volte di seguito, sempre la stessa.. con la merenda in mano, i fiori lasciati sulle tavole (ah, quella polvere, quel legno). Poi Roma, gli applausi e gli addetti ai lavori che si chiedevano:”Ma chi e’ quella li’?”. Lo dicono ancora, anche adesso, dopo qualche anno. Ancora la solita domanda: “Ma chi e’ quella li’?”. E’ bello, mi piace, nonostante tutto. Due anni di fatica, di giovinezza, e sempre, sempre di mistero. Sotto la tenda e nelle piazze. E infine, di nuovo il teatro piu’ vero, con tende, foyer e tutto il resto. L’Eliseo di Roma, con Patroni Griffi. Il mio maestro. Mi vede cantare in napoletano sotto la tenda e senza neanche farmi fare un provino mi chiama a recitare Goldoni all’Eliseo. E’ una cosa che non dimentichero’ mai. A me l’abbandono e’ difficile, quasi impossibile. Ma con Peppino Patroni Griffi no, a lui mi affido totalmente. Perche’ prima di essere un regista e’ un artista. Perche’ mi rispetta, mi esalta e mi comprende. E’ anche questa una confessione d’amore? Forse, non so. In Pirandello, nei Sei Personaggi, ci siamo incontrati come due amanti. E sempre, ogni giorno, ogni sera, sento sempre piu’ chiaramente che il lavoro dell’attore, la missione dell’attore sono lunghi, faticosi, sorprendenti. Come la vita, perche’ bisogna arrivare alla semplicita’ massima, quella dell’esserci e basta. Umilmente e coraggiosamente. E sempre, sempre, misteriosamente. E poi ancora teatro, e poi il cinema, l’Immagine, che tanto odio e amo, perche’ resta, perche’ fa paura… e con il cinema occhi che mi hanno guardato con ammirazione e stima, anche con affetto, come l’amico Gianfranco Mingozzi, a cui devo il mio debutto cinematografico, che mi ha accettata e amata cosi’ come sono, il grande, compianto Nanni Loy (che ancora mi manca), o Ricky Tognazzi, o con sospetto come Nanni Moretti e Carlo Lizzani. E poi la musica, quella di Pino Daniele, quella, ancora, che cantava mia madre, i grandi classici della mia terra-madre-padrona, che mi ama e a volte mi teme… E ancora il teatro, il musical… E poi il mio teatro. L’incontro con Kokocinski, uomo e artista delle meraviglie, la nascita di un teatro, musica che coniuga tutte le arti, dalla pittura alla poesia, alla musica, sul palcoscenico, in uno spazio che conosco, che non mi basta piu’ interpretare, ma che devo creare ora, reinventare… a modo mio, seguendo il mio cuore. E allora ecco Cuore Mio, e tutti gli altri spettacoli tra musica e teatro, in Italia e nel mondo. E poi?…

Vincenzo Cerami

Vincenzo Cerami è nato il 2 novembre 1940 a Roma. Ha come insegnante di Lettere nella scuola media di Ciampino Pier Paolo Pasolini, che gli fa scoprire la letteratura e in particolare la poesia. Dopo il liceo frequenta i corsi universitari di Fisica presso l’ateneo romano. Lavora intanto sul set di alcuni film di Pasolini; è aiuto regista in Uccellacci e uccellini. Nel ’68 va negli Stati Uniti e in Giappone dove lavora come “gagman”. Torna in Italia agli inizi degli anni Settanta. Nel ’75 riduce per il Teatro di Roma il romanzo di Paolo Volponi Sipario ducale. Nel ’76 esce presso la casa editrice Garzanti Un borghese piccolo piccolo, il suo primo romanzo, di cui Italo Calvino scrive la presentazione. Mario Monicelli e Alberto Sordi ne traggono un film di successo. Nel ’78 esce un secondo romanzo: Amorosa presenza. Nel 1981 sono pubblicati, sempre da Garzanti, Addio Lenin (un poema narrativo) e Tutti cattivi (un romanzo). Nel 1983 e nel 1988 Garzanti pubblica i due romanzi Ragazzo di vetro e La lepre. Nella primavera del 1991 presso l’editore Einaudi esce un libro di racconti intitolato L’ipocrita. E intanto nel 1985 entrano a far parte della collana degli Oscar Mondadori le traduzioni in lingua delle Fiabe di Roma e del Lazio. All’attività letteraria Cerami ha sempre affiancato quella cinematografica e teatrale. Ha collaborato alle sceneggiature di Casotto e Il minestrone di Sergio Citti; di Salto nel vuoto e Gli occhi, la bocca di Marco Bellocchio; di Segreti segreti e I cammelli di Giuseppe Bertolucci; di Tutta colpa del paradiso di Francesco Nuti; di Colpire al cuore, I ragazzi di via Panisperna e Porte aperte (quest’ultimo, vincitore dell’Oscar europeo, ha ottenuto la nomination per l’Oscar americano 1991 come miglior film straniero) di Gianni Amelio; di Il piccolo diavolo, Johnny Stecchino, Il mostro e La vita è bella di Roberto Benigni (quest’ultimo film ha vinto, tra l’altro, cinque Nastri d’Argento, nove David di Donatello, il Premio della Città di Gerusalemme, il Gran Premio speciale della giuria al Festival di Cannes, due Oscar europei, sette nominations e tre premi Oscar dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences), di Uomo d’acqua dolce e La fame e la sete di Antonio Albanese. Per quanto riguarda il teatro, Cerami ha lavorato in Francia per le compagnie “Le Théâtre du Campagnol” e “Lo Teatre de la Carriera (Théâtre populaire occitan)”. Per Jean-Claude Penchenat ha scritto L’enclave des Papes. Nello stesso anno (1985) per il gruppo fiorentino “Pupi e fresedde” ha messo in scena la sua commedia L’amore delle tre melarance, un successo europeo. Nel 1986 pubblica presso la casa editrice Theoria un’altra commedia, Sua Maestà, rappresentata lo stesso anno con l’interpretazione di Mario Scaccia. Subito dopo Cerami scrive per il Centro di Drammaturgia di Fiesole un testo-esercizio destinato a una scuola di attori: Casa fondata nel 1878. Per il Teatro del Buratto di Milano scrive Hello George, commedia su Gershwin e la sua musica. Cerami collabora da anni con il musicista Nicola Piovani: insieme hanno scritto Le cantate del Fiore e del Buffo, che in seguito al trionfale debutto al Festival delle Ville Vesuviane di Napoli e al successo della rappresentazione al teatro Sistina di Roma, hanno fatto una lunga tournée in giro per l’Italia. Nella stagione 1990/91 è stata rappresentata La casa al mare, commedia scritta da Cerami e interpretata da Luca De Filippo e Lello Arena, ripresa poi nel corso della stagione teatrale 1997/98 con l’interpretazione di Massimo Wertmüller, Angelo Orlando, Tosca d’Aquino e la regia di Attilio Corsini. Nella stagione 1992/93 è andato in palcoscenico il racconto musicale Il signor Novecento, con testi di Cerami e musiche di Nicola Piovani, interpretato da Lello Arena, Norma Martelli e le cantanti Francesca Breschi e Donatella Pandimiglio. Lo stesso Piovani ha diretto i solisti dell’Orchestra Aracoeli. Ha scritto per Maurizio Scaparro la commedia Teatro Excelsior, che è andata in scena al teatro Eliseo di Roma nel novembre 1993, protagonista Massimo Ranieri. Alla fine dello stesso anno Cerami ha debuttato al teatro dei Satiri di Roma con un suo racconto musicale, Canti di scena, di cui è dicitore dei testi insieme a Norma Martelli. Le musiche sono di Nicola Piovani e le canzoni vengono interpretate da Francesca Breschi, Donatella Pandimiglio e Pino Ingrosso. Cerami ha curato nel 1992 un volume antologico di Ettore Petrolini per la casa editrice Theoria e, a fine maggio dello stesso anno, è uscito La gente (una raccolta di “mini-romanzi”) edito dalla casa editrice Einaudi nella collana “Nuovi Coralli”. Nella stagione 1994/95, mentre Canti di scena va in giro per i teatri italiani, al teatro La Cometa di Roma debutta una commedia intitolata Borderò, con le musiche di Nicola Piovani e l’interpretazione di Lello Arena e Nicola Di Pinto. Nell’aprile del 1998 ha debuttato al teatro Mancinelli di Orvieto lo spettacolo Romanzo musicale, di cui Cerami è interprete insieme a Ninetto Davoli e Norma Martelli. Le musiche sono di Nicola Piovani e le canzoni sono interpretate da Pino Ingrosso, Donatella Pandimiglio e Simona Patitucci. Nel novembre dello stesso anno, sempre per il teatro di Orvieto, Cerami e Piovani hanno scritto la loro ultima opera teatrale: La pietà, uno “stabat mater” concertante per due voci femminili (Rita Cammarano e Amii Stewart), una voce recitante (Gigi Proietti) e ventidue elementi dell’orchestra Aracoeli diretti dallo stesso Nicola Piovani. L’opera è stata anche rappresentata con grande successo a Betlemme il Venerdì Santo del 1999 (per l’occasione Cerami ha ricevuto la cittadinanza onoraria della città di Betlemme). Nel dicembre del 1998 Cerami esegue per il Teatro stabile di Parma la lettura dell’Ecclesiaste. Il progetto, curato da Franco Però, viene successivamente ripreso e attuato in alcune sinagoghe e chiese italiane. Nel marzo del 2000 ha debuttato presso il Teatro Stabile di Parma lo spettacolo Ring, per la regia di Franco Però, che Cerami ha scritto basandosi su un suo racconto inserito nel libro La gente. Nel mese di maggio dello stesso anno sono andate in scena altre due opere di Cerami: Socrate, una tragedia diretta e interpretata da Gigi Proietti, scritta per il Piccolo Teatro di Milano, e Francesco, il musical, spettacolo musicale sulla vita di San Francesco, in scena al Lyrick Theatre di Assisi. Dalla metà degli anni Ottanta Cerami ha iniziato a scrivere su alcuni quotidiani come giornalista professionista: Il Messaggero, Il Giornale di Montanelli, L’Unità, La Repubblica e l’inserto Musica! della Repubblica. Per questo inserto, dall’inizio del 2000 realizza con la disegnatrice Silvia Ziche la striscia settimanale Gaia, Allegra e Felice.a

Moni Ovadia

Moni Ovadia nasce a Plovdiv, in Bulgaria, nel 1946. Studia a Milano dove si laurea in scienze politiche e incomincia la sua attività artistica come cantante e musicista nel gruppo dell’almanacco popolare. Nel 1972 fonda e dirige il gruppo folk internazionale che, nel 1975, si trasforma nell’Ensemble Havadi. Il lavoro teatrale inizia nel 1984 quando, con il teatro franco parenti, crea, in collaborazione con Mara Cantoni, lo spettacolo Dalla sabbia – Dal tempo in occasione del festival di cultura ebraica nel 1987. E’ questa per Moni Ovadia l’occasione di fondere le proprie esperienze di attore e di musicista, dando vita alla proposta di un teatro musicale lungo il quale ancora oggi opera la sua ricerca espressiva. Nel ’90 crea la Theater Orchestra e inizia a lavorare stabilmente con il Cri Artificio di Milano che produce lo spettacolo Golem. A questo seguono numerosi spettacoli, grazie ai quali Moni si impone progressivamente all’attenzione del grande pubblico. Ancora con Mara Cantoni, del 1995 è Dybbuk, spettacolo sull’olocausto che viene accolto come uno degli eventi più importanti della stagione teatrale. Nello stesso anno, con Pamela Villoresi, che ne firma anche la regia, debutta con lo spettacolo Taibele e il suo demone in co-produzione con il piccolo teatro di Milano. Del febbraio ’96 è Ballata di fine millennio; del ’97, in collaborazione con il regista Roberto Andò, Il caso Kafka. Premio speciale Ubu 1996 per la sperimentazione su teatro e musica, sempre nel 1996 pubblica per Bompiani Perchè no? che entra nelle classifiche dei libri più venduti. di prossima pubblicazione un testo per Einaudi.

Anna Maria Castelli

Nata a Milano, di origini napoletane e vissuta per molto tempo in Svizzera, inizia a cantare giovanissima. La sua attività artistica è molto intensa, soprattutto all’estero, dove ha cantato in molti teatri e festival internazionali in oltre 30 Paesi nel mondo. Uno di questi prestigiosi festival, il Montreux Jazz Festival, che l’ha invitata per due edizioni consecutive, l’ha considerata una fra le prime cinque 5 voci al mondo. Ricercatrice curiosa, alterna al suo interesse per il jazz, il tango, la canzone d’autore, il teatro, il teatro musicale del quale è considerata una delle maggiori interpreti europee. Nel jazz ha collaborato con Giorgio Gaslini, Gianni Coscia, Renato Sellani, Simone Guiducci, Kyle Gregory, Stefania Tallini, Salvatore Maiore. Interessata alle avanguardie musicali è impegnata in un progetto di musica elettronica con alcuni ricercatori del Dipartimento di Musicologia dell’Università di Helsinki mentre, sotto la supervisione del Prof. Sipperniemi, ha inciso negli studi dell’Università di Helsinki il suo primo CD di musica pop dal titolo (R)esistere. Pubblicato dalla etichetta lituana MP3, è stato pubblicato in Italia nel 2009, in collaborazione con il Prof. Dario Martinelli, docente di Semiotica e Musicologia presso lo stesso dipartimento, compositore dei testi e delle musiche. Nel 2002 è la protagonista, a Vilnius e Kaunas, della prima mondiale assoluta de “L’Opéra du Pauvre”, opera inedita composta per sola voce cantante e recitante, orchestra sinfonica e coro dal grande poeta, compositore e chansonnier francese Léo Ferré, con la Lithuanian State Symphony Orchestra diretta dal M° Massimo Lambertini. Sempre nel 2002 vince il Premio Musica Europa con “Opéra Tango” con il Gruppo del bandoneonista uruguayo Hector Ulises Passerella. Nel 2005, dopo il suo ultimo tour argentino dove, cosa inusuale per i cantanti stranieri, le è stato permesso cantare tango a Buenos Aires e Cordoba dà vita, insieme al Premio Oscar Luis Bacalov e al bandoneonista argentino Juanjo Mosalini, al Trio Tango. Valente attrice oltre che cantante, si definisce una “Cantattrice”; infatti nel luglio 2004 viene invitata come artista del genere Teatro Canzone alla prima edizione del Festival “Giorgio Gaber” alla Cittadella del Carnevale di Viareggio, festival che la individua tra i dieci artisti “eredi” di questo difficile genere musicale e teatrale. Il suo omaggio a questo genere, uno spettacolo interamente originale scritto appositamente per lei, dal titolo “Se io ho perso, chi ha vinto?” debutterà nel febbraio 2011 e sarà presente in molti cartelloni italiani, non ultimo al Teatro dei Comici a Roma.La sua ampia discografia, che comprendeva già piccole “chicche” come Something to remember (con Gianni Coscia e Renato Sellani) uscito per la prestigiosa e classica etichetta Fonè di Giulio Cesare Ricci (il primo cd jazz italiano prodotto in Superaudio e inserito nel catalogo internazionale dei Superaudio CD), “Fiori d’Amore e d’Anarchia” (dedicato alle canzoni ed ai testi poetici di Léo Ferré, prodotto da Life srl come CD audio e DVD) e “C’est toujours la même chanson” (Life srl/3Lune Records) dedicato alla Città di Genova, alla canzone d’Autore e ai cantautori della “Scuola di Genova”, si è recentemente arricchito con altri due CD: il primo con il cantautore Paolo Bergamaschi, dal titolo “Mare di mezzo – Mediterraneo” e il succitato (R)esistere realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Musicologia dell’Università di Helsinki. Canta in 5 lingue e in lingua napoletana e, grazie a queste doti, ha avuto modo di collaborare con Carlo Faiello (fondatore e autore della Nuova Compagnia di Canto Popolare) con la partecipazione allo spettacolo “Sud e Passione” nel ruolo ricoperto da Lina Sastri. Anna Maria Castelli ha partecipato, come protagonista, allo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Giorgio Albertazzi dal titolo “Borges in Tango” (dedicato ai testi poetici di Borges e alle musica di Piazzolla), come interprete principale in “Sous le ciel de Paris – Omaggio a Edith Piaf” con I Virtuosi Italiani, al fianco del grande pianista e compositore Luis Bacalov (concerto dedicato a Carlos Gardel, “I Miti del tango”), con Omero Antonutti (attore cinematografico di grande spessore, protagonista dello splendido film dei Taviani, Padre padrone) con un lavoro originale dal titolo “Tu non eri che la notte….two years later”. Nel gennaio 2010 ha debuttato con due progetti teatrali: al Teatro Coccia di Novara nel ruolo di Maddalena in “Religioni contro” e al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Il Rossetti di Trieste in un songspiel scritto dal musicologo Gianni Gori che l’ha vista protagonista al fianco dell’attore Mario Valdemarin. Ha collaborato con la Commissione per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ha ricevuto numerosi premi: 2002 Premio Musica Europa, 2003 Premio Antigone, 2007 Premio Portovenere Donna, premio prestigioso consegnato nelle edizioni precedenti a donne come Margherita Hack, Franca Valeri, Paola Gassman, Rita Levi Montalcini, Dacia Maraini….E’ Segretario generale e Direttore Artistico del Network “Isabella – Network internazionale Donne in Arte”. Nel Dicembre 2008 ha ricevuto l’onorificenza dalla Presidenza della Repubblica di CAVALIERE dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”. Nel Giugno 2010 le è stato assegnato il Prestigioso Premio “Ignacio Corsini” dedicato al genere Tango. Dal 2000 al 2008 ha diretto il Versilia Jazz Festival – Premio Musica Europa.

Edoardo Siravo

Attore e regista, nato a Roma nel 1957, ha recitato nelle compagnie teatrali più rilevanti del panorama nazionale in oltre 120 spettacoli. Ha lavorato, e lavora, anche nel cinema, televisione e nel doppiaggio collaborando con importanti registi e attori quali: S. Randone, P. Stoppa, V. Redgrave, L. Ulmann, A. Lionello, V. Gassman, G. Lavia, G. Bosetti, L. Ronconi, L. Squarzina, R. Guicciardini, G. Patroni Griffi, A. Pugliese, J. Lassalle, M. Sciaccaluga, M. Missiroli, W. Pagliaro, G. Sbragia, G. Proietti, C. Verdone, M. Bolognini, D. Damiani, G. Capitani, S. Martino, R. de Simone, A. Piccardi. regista E’ stato la voce di G. Depardieu, di C. Reeve, di J. Irons, Koji Yakusho e di numerosi altri attori. E’ stato assistente alla regia di Giancarlo Sbragia e quindi di alcuni spettacoli con protagonisti, tra gli altri, Michele Placido, Ivana Monti, Anna Teresa Rossini. Per quanto riguarda la lirica, ha curato la regia del Macbeth di Giuseppe Verdi, con Marzio Giossi e Anna Valdetarra, per il Comunale di Vercelli e per la stagione teatrale di Nichelino (TO). E’ sua la regia anche dell’opera Simon Boccanegra per Vercelli, Cuneo e Nichelino. Nel 2006 ha partecipato al Concerto di Gala La Signora delle Camelie – Alexander Dumas incontra Giuseppe Verdi – musiche da La Traviata di Giuseppe Verdi e testi tratti da La Dame aux Camelias di Alexander Dumas figlio, con Danielle Streiff (soprano), Christian Ricci (tenore), Roberto Servile (baritono), Caterina Ilardo (soprano), Alessandro Fantoni (tenore). Il Concerto si è tenuto al Teatro “Massimo” Vincenzo Bellini di Catania Tra i vari recital in suo repertorio, i più richiesti ed apprezzati sono: Magia della Voce, con il baritono Roberto Servile, e Fra … intendimenti d’Amore, con Vanessa Gravina. E’ stato docente di recitazione dell’Accademia Nazionale della Calabria con sede a Palmi e collaboratore del Premio Letterario Città di Palmi gemellato con il Premio Viareggio. Per tre anni Direttore Artistico del Teatro San Paolo di Palermo e del Festival di Sabbioneta, ha fatto parte del Comitato Artistico del Festival di Altomonte. Partecipa come docente-regista dell’Accademia d’Arte Drammatica della Calabria al Festival Internazionale delle Scuole di Recitazione di Casablanca dove consegue il premio per la migliore regia e tre premi per i suoi allievi-attori. Ha collaborato con le maggiori riviste specializzate dello spettacolo ed è Presidente della Cooperativa di doppiaggio Sonora. E’ inoltre socio S.I.A.E., traduttore e autore di numerosissimi Recital realizzati nei migliori teatri italiani. E’ uno dei volti più noti della Televisione Italiana che lo vede protagonista in molti sceneggiati ed è uno dei personaggi principali della soap opera Vivere. E’ anche uno dei co-protagonisti della serie Ho sposato un calciatore. E’ il Direttore Artistico del Festival di Volterra. Ha fondato nel 2004 la Compagnia Molise Teatro di cui è Direttore Artistico.

Roberto Servile

Vincitore di numerosi concorsi, tra cui il “Toti Dal Monte” di Treviso (1984) e l'”Opera Company of Philadelphia Luciano Pavarotti International Voice Competition” (1985), la sua carriera ha inizio nel 1985 con l’interpretazione del ruolo di Marcello nella Bohème, al fianco di Luciano Pavarotti, in importanti teatri internazionali: da Philadelphia a Torino, da Pechino a Berlino e Ginevra. L’anno seguente viene scelto da Herbert von Karajan per cantare nel Don Carlo al Festival di Pasqua di Salisburgo. Segue un’intensa collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma dove interpreta Don Carlo (Marchese di Posa, 1987), Poliuto (1988), Zelmira (1989), Ifigenia in Tauride (1990), La Bohème (a fianco di Mirella Freni e con la direzione di Daniel Oren, 1992), Il Barbiere di Siviglia e Lucia di Lammermoor (1992, 1993 e 1994), Macbeth (1995), Iris (Kyoto, 1995), Nel 1988 si avvicina ai ruoli del repertorio belliniano, vestendo i panni di Valdeburgo (La straniera), Filippo Maria Visconti (Beatrice di Tenda) e Riccardo (I puritani). I successivi impegni lo portano nei principali teatri italiani ed esteri: Teatro Regio di Torino (Don Carlo, Lucia di Lammermoor, I puritani, Samson et Dalila, Evgenij Onegin); Teatro Carlo felice di Genova (Il Trovatore); Teatro alla Scala (Ifigenia in Tauride, I pagliacci con Riccardo Muti nel 1993, Lucia di Lammermoor); Teatro di San Carlo di Napoli (L’elisir d’amore e Werther); Berlin Staatsoper (Il trovatore), Bayerische Staatsoper di Monaco (La Bohème e Don Pasquale); Staatsoper di Vienna (Il barbiere di Siviglia, Il trovatore); Staatsoper di Amburgo (La Bohème); Concertgebouw di Amsterdam (Roberto Devereux); Nederlandse Opera (Falstaff con Riccardo Chailly nel 1994); Teatro Municipal di Santiago del Chile (Don carlo, Don Pasquale) e Opera di San Francisco (Lucia di Lammermoor). Ha inoltre interpretato con grande successo Un ballo in maschera, Rigoletto (tournée in Giappone con la Rai di Torino, 1995), Attila (a Houston e al Festival di Macerata nel 1996), Luisa Miller (Bilbao), La parisina (Festival di Wexford, 1996), l’Arlesiana (Baldassarre, Teatro Regio di Parma, 1996), La traviata (Germont, Liegi, 1997), Les martyrs di Donizetti (Severe, Reggio Emilia, 1997), Faust (Valentino, Sferisterio di Macerata, 1997), Saffo (Alcandro, Reggio Emilia, 1997). Nella stagione 1995/96 ha avuto luogo il suo debutto alla Royal Opera House Covent Garden di Londra nel Corsaro (“…un debutto emozionante…” Rodney Milnes, The Times). Più recentemente ha cantato nella Traviata (Germont) a Tokyo, al Teatro dell’Opera di Roma, alla Staatsoper di Amburgo e a Santiago del Chile, in Roberto Devereux (Duca) al Teatro San carlo di Napoli ed in Lucia di Lammermoor (Enrico) al Teatro Comunale di Firenze. Di particolare rilievo il Dom Sébastien (Camoëns) di Donizetti, opera inaugurale della stagione 1998/99 del Teatro Comunale di Bologna e Un ballo in maschera (Renato) alla Staatsoper di Vienna. Nei panni di Ezio nell’Attila Roberto Servile è tornato in seguito alla Opernhaus di Zurigo, al Teatro Comunale di Bologna e al Teatro Regio di Parma dove ha ottenuto un caloroso successo di critica e pubblico. Ha concluso la stagione con La traviata (Germont) al Teatro Regio di Torino e con Madama Butterfly all’Arena di Verona. Nella stagione 1999/2000 si è esibito nella Forza del destino (Don Carlo di Vargas) al Théatre du Capitole di Toulose, nel Trovatore (Il conte di Luna) alla Pittsburgh Lyric Opera e a Parma, nella Favorita (Alfonso XI) a Bilbao, in Lucia di Lammermoor (Lord Enrico Ashton) alla Japan Opera Foundation di Tokyo ed al Teatro Regio di Torino, nella Battaglia di Legnano alla Royal Opera House-Covent Garden di Londra, seguite da Falstaff al Festival di Tanglewood e dal debutto del ruolo protagonistico di Gianni Schicchi al Teatro Donizetti di Bergamo. È tornato alla Japan Opera Foundation per Evgenij Onegin, ha interpretato Rigoletto al Politeama Greco di Lecce, Il barbiere di Siviglia (Figaro) e La traviata al Teatro Regio di Torino, Il corsaro ad Atene, I Masnadieri a Vienna, Un giorno di regno al Teatro Municipale di Piacenza ed al Teatro Comunale di Bologna, seguiti dal Trovatore a Parma, Attila al Teatro Colon di Buenos Aires e dai Due Foscari ed ha debuttato il ruolo di Isaele Bertucci in Marin Faliero al Teatro Regio di Parma. Inoltre ricordiamo La favorite ad Oviedo ed al Teatro Comunale di Bologna, Madama Butterfly al Teatro Massimo di Palermo ed al Teatro Comunale di Bologna, Falstaff al Théâtre du Capitole de Toulose, Un ballo in maschera e La traviata alla Deutsche Oper di Berlino, Manon Lescaut al Teatro Comunale di Bologna ed a Reggio Emilia, I masnadieri al Teatro A.B.A.O. – O.L.B.E. di Bilbao e La Bohème a Verona e Milano, Macbeth e Rigoletto realizzati dalla Fondazione Toscanini a Parma, Falstaff al Festival Saito Kinen di Mazumoto (Japan) diretta dal maestro Osawa, Marin Faliero a Venezia, i Puritani a lla Deutsche Oper di Berlino, ha debuttato in Simon Boccanegra a Genova, Trovatore a Verona e Washington. Ha cantato inoltre Roberto Devereux a Barcellona, La battaglia di Legnano di Verdi a Piacenza, Il Corsaro e La Favorite a Genova, Un ballo in maschera a Zurigo e il Rigoletto,Traviata,Roberto Devereux a Trieste, Attila a Piacenza,Modena e Ferrara, Nabucco a Bologna,Amburgo e Parigi. È stato diretto inoltre da maestri quali Zubin Mehta, Riccardo Chailly, Seiji Osawa, Myung Whun Chung, Herbert Von Karajan, Riccardo Muti, Marcello Viotti, Gianandrea Gavazzeni, Nello Santi, Bruno Bartoletti, Antonio Pappano e Daniele Gatti e registi come Franco Zeffirelli, Luca Ronconi, Hugo De Ana, Pier Luigi Pizzi, Pier Alli e Hening Brockaus.

Sergio Mancinelli

Sono Sergio Mancinelli e nelle prossime righe cerchero’ di riassumere brevemente il mio curriculum di questi anni. Il tutto ha avuto inizio nel 1977 con il primo contratto con la Rai per la Terza Rete Radiofonica. Per tre anni consecutivi ho condotto la rubrica quotidiana “Long Playing”. Nel 1989 prende il via anche la collaborazione con Radio Uno, per la struttura di Gianni Bisiach, con un programma trisettimanale nella fascia serale. Nel 1980 ha inzio anche la collaborazione con Radio Due per la “Hit Parade” e i famosi “Dischi Caldi”: Alla fine del 1980 arriva il primo impegno televisivo con Rai Tre. Dal 1980 al 1984 mi viene affidata su Rai Tre la conduzione di “Concertone”, il primo programma tutto rock della Tv. 120 puntate. Quattro stagioni intensissime per un appuntamento fisso, domenicale, del quale sono stato l’autore dei testi e, naturalmente, il presentatore. 1984-1988 – Siamo arrivati al 1984, momento in cui parte la stupenda avventura su Rai Uno di “Discoring” e “Domenica in”. In questi anni sono da segnalare velocemente tre edizioni del “Discoinverno” da Pistoia e due del “Disco estate” da Montecatini per Rai Tre oltre un buon numero di speciali musicali. Contemporaneamente continua la collaborazione con Rai Stereo Due, che ho tenuto a battesimo dal primo anno, 1983, dalle 15.00 alle 19.00 tutti i giorni. Dall’ottobre 1987 al dicembre 1989 ho condotto, ogni sabato, la Hit Parade in diretta su Radio Dimensione Suono Network, dalle 10.00 alle 12.00, inventando una inedita formula di rilevazione demoscopia. Terminata l’avventura Discoring, nel 1990, ho presentato con Fabio Fazio per Rai Due il varietà “Fate il vostro gioco”. Trentadue puntate. Il venerdi’ sera alle 20,30. Nell’estate del 1992, Rai Uno trasmette Rosso e Nero, una divertente caccia al tesoro nei castelli della Vallle d’Aosta. Tra riprese in elicottero e corse sulle vette, ho provato l’emozione di presentare uno spettacolo ad alta quota. Dal 1991 al 1994 ho presentato per TG3 Agricoltura tre rubriche settimanali su ambiente, tradizioni e cultura popolare in onda il sabato mattina su Rai Tre. Per motivi di spazio, descrivo appena, in questa sede, l’attività di doppiaggio e pubblicitaria, oltre le numerose serate, che a tutt’oggi continuo a realizzare, sia in convention e manifestazioni che, naturalmente, nelle discoteche di tutta Italia o con una mia struttura, o come testimonial di importanti aziende: (Chesterfield – Martini & Rossi- Wella – Bacardi- Wrangler – …) L’attività di doppiaggio iniziata negli anni ottanta, mi ha visto doppiare serie come: Hill Street giorno e notte – Love Boat – Chips – Rookies – FBI – Le strade di San Francisco – La casa nella prateria – I racconti di Peyton Place – Dancing Days, o dare la voce agli spots di importanti campagne pubblicitarie per la Rai – Renault – Esso – Buitoni – Repubblica – L’Espresso. Nel 1995 un’importante affermazione al Concorso: “Comunicare Roma” indetto dall’Unione Industriali di Roma nella sezione riguardante gli spot radiofonici. Il lavoro presentato si classifica al I posto su oltre 130 partecipanti. Inoltre, sempre nel 1995 ripresa la collaborazione radiofonica con Radio Uno con un programma: Radio Uno Musica in diretta il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 13.00. Nel 1996 riprende la collaborazione con Radio Due. Autore e presentatore di Masters: il grande torneo delle canzoni dal 1956 al 1996, tramite il numero verde a disposizione degli ascoltatori, tutte le sere in diretta dalle 20.00 alle 21.00. Anche le edizioni successive di Masters su Radio Due mi vedono impegnato ed esattamente con “il torneo delle colonne sonore” e successivamente con quello dedicato a tutte “le musiche da ballo”. L’estate del 1997 per Radio Due Rai scrivo e presento, sempre in diretta: Jimi e Johnny: la lunga estate degli anni 70. Estate 1998 Radiorarità su Radio Uno, il viaggio internazionale della musica italiana. Il programma radiofonico di maggiore soddisfazione professionale degli ultimi anni. 90 puntate in diretta dalle 15.00 alle 16.00 dal lunedi’ al venerdi’. 1999 Radio Uno: Radiouno musica giugno-settembre autore e presentatore per 70 puntate in diretta dalle 14.00 alle 16.00 dal lunedì al venerdì, nel flusso continuo di musica e notizie. 1999 – 2005 Radio Capital :autore e conduttore di Area Protetta ogni giorno dalle 13.00 alle 15.00.Area Protetta diventa il programma musicale più seguito dell’Emittente, passando da 120 a 480mila ascoltatori. Nella primavera 2005 Area protetta diventa un tour nelle case degli ascoltatori in tutta Italia. Per la prima volta al mondo la radio nelle case degli ascoltatori, con i loro dischi dai loro salotti, ogni giorno in una città diversa. Da Trento a Canicattì 30 tappe indimenticabili. 2005 – 2007 Radio Capital: Area Protetta dalle 21.00 alle 23.00 andando a potenziare la fascia serale con un incremento costante di 2 punti percentuale a stagione. Maggio 2005 Area Protetta Tour Teatrale a Torino-Milano-Bologna-Roma e Napoli con gli ascoltatori che da casa portano in teatro i loro dischi e le loro storie.

Michele Cafaggi

Michele Cafaggi è l’unico artista in Italia ad aver sviluppato teatralmente la tecnica delle bolle di sapone giganti. Ha studiato con Jango Edwards, Quelli di Grock, Philippe Gaulier, Marcel Marceau, Philippe Radice, presso L’Ecole Nazionale du cirque Fratellini, la Scuola di Arti Circensi della Sala Fontana e la Lega Italiana di Improvvisazione Teatrale. Dal 1993 lavora come artista di strada, collaborando con centri di aggregazione giovanile, case di riposo, carceri, scuole, asili, ospedali.

Tony Cucchiara

E’ nato ad Agrigento, ed ha esordito nel mondo dello spettacolo come interprete di canzoni, lanciate attraverso le più tradizionali manifestazioni musicali (Festival di Sanremo, Un disco per l’estate, ecc.)….