Gino Rivieccio

La mia prima esibizione risale all’età di cinque anni, quando, in piedi sulla sedia, davanti ad amici e parenti, il giorno di Natale lessi la letterina a Gesù bambino in dialetto napoletano, pardon, in lingua napoletana. Sono infatti nato a Napoli. E non potevo che nascere a Napoli. Se fossi nato ad Ivrea a quest’ora probabilmente sarei un turnista al reparto spedizioni dell’Olivetti. Perché Napoli è uno stato d’animo, Napoli è un colore e come dice qualcuno se non fosse esistita il mondo sarebbe stato diverso. Napoli è di tutti, anche se sentire “‘O sole mio” cantata da un giapponese o Filumena Marturano recitata da una slovena equivale a portare un buongustaio a mangiare in un pub. Quando ero bambino, incantato dalla classe del colonnello Bernacca, mi promisi che da grande avrei letto le previsioni del tempo. Non ci sono riuscito. Negli anni scoprendomi umorale, meteoropatico e qualche volta variabile, mi sono accorto che spesso è il tempo a fare le previsioni su di me….

Corinne Clery

inizialmente si faceva chiamare Corinne Piccoli. Il suo primo film di successo è stato Histoire d’O del (1975) e una delle parti per cui viene ricordata è la Bond girl Corinne Dufour nel film di James Bond Agente 007 – Moonraker – Operazione spazio (1979). Ha lavorato molto in Italia. Successivamente, negli anni ottanta, è stata protagonista di diversi sceneggiati apparsi nelle televisioni italiane fra cui: Benedetta & Company (1983), Disperatamente Giulia (1989) e Vita coi figli (1990). Nel 1983 presenta per Raiuno il programma quotidiano in onda da Torino “Forte Fortissimo” su testi di Marco Di Tillo e Annabella Cerliani. Nel (2004) è in teatro con Pier Maria Cecchini nella commedia Casina. Nel 2006 e nel 2007 è protagonista nella fiction e poi soap opera di Rai Uno Incantesimo 8-9 con il ruolo di “Viola Dessì”, madre di “Aldo Dessì”, interpretato da Paolo Romano. Nel gennaio 2009 partecipa come concorrente al reality show di Rai Uno Ballando con le stelle.

Antony Heinl

La mia esperienza con i Momix è stata molto interessante: sono stato primo ballerino per sei anni e assistente coreografo di Moses Pendleton in una compagnia di danza conosciuta e apprezzata per la varietà di illusioni ottiche tipiche degli spettacoli ai quali si assiste. Il corpo di ballo è molto numeroso, a volte eravamo tra i 35 e i 40 elementi che si esibivano. Prima di andare in scena occorrono almeno 4 mesi di preparazione e durante gli allenamenti vengono ripresi vari stili di danza modern e contemporanea che spaziano da quello di Martha Graham, a Jose Limon, a Paul Taylor all’Alvin Ailey. Con i Momix sono stato in tourneé toccando diverse parti del mondo, esperienza questa che mi ha permesso di conoscere nuovi posti e nuove persone. Mentre ero in giro ad esibirmi nei vari teatri stavo frequentando il Boston Conservatory of Music , Dance and Theatre e, laurearmi tra prove di danza e viaggi, è stata veramente una bella soddisfazione. Riguardo i differenti ritmi di vita delle città ho notato alcune differenze tra New York e Milano o Roma. Ad esempio negli Stati Uniti vige la cultura della puntualità, mentre in Italia occorre calcolare il tempo del traffico, quello per parcheggiare la propria auto, ecc…a New York gli orari delle prove erano molto serrati, io stesso addirittura non avevo neanche il tempo di andare dal dottore. Tra gli spettacoli più significativi per me posso citare Opus Cactus (presentato per la prima mondiale nel 2001 al Joyce Theatre di New York) e Sun Flower Moon dove, attraverso la fusione di più corpi, i ballerini creano sculture nelle rocce o elementi della natura. Spesso capitava che gli stessi danzatori erano gli autori delle coreografie mentre a Moses si deve la regia dell’intero spettacolo dall’idea iniziale alla creazione della giusta atmosfera, grazie anche alla scelta delle luci, dei colori dei costumi e della scenografia, tutti elementi essenziali per riuscire a coinvolgere emotivamente il pubblico che si estranea dalla realtà e vive la leggerezza di corpi che fluttuano nello spazio. La Compagnia avverte quando il pubblico trova uno spettacolo affascinante ed è incredibile pensare a tutto il lavoro che lo precede. Allestire uno show della durata di 90 minuti circa infatti, comporta un’organizzazione non indifferente. Mi sono reso conto di quanto è difficile ad esempio pensare contemporaneamente allo spazio scenico, alla scelta delle musiche, dell’illuminazione, e di come diventa realmente impegnativo riuscire a coordinare tutto lo staff tecnico impegnato nei preparativi dell’esibizione. Gli ultimi spettacoli a cui ho preso parte sono Comix, andato in scena al Teatro Parioli di Roma e Why di Daniel Ezralow. Attualmente ho formato una compagnia di danza che si chiama “AH” e lavoro con 5/6 ballerini. Sono sempre alla ricerca di buona musica, ne ascolto moltissima ogni giorno perché credo che aiuti la creatività e per il 2008 mi prefiggo di portare in scena miei spettacoli oltre a dedicarmi all’insegnamento.

Francesco Paolantoni

Attore. A metà degli anni ’70 si iscrive alla Scuola d’Arte Drammatica del Circolo Artistico di Napoli e in seguito recita per oltre un decennio in varie compagnie teatrali. Nel 1986 insieme a Stefano Sarcinelli porta in scena allo Zelig di Milano lo spettacolo “Fame, saranno nessuno” e si classifica primo al festival di Grottamare ‘Cabaret amore mio’. In seguito scrive e interpreta insieme a Vincenzo Salemme “La gente vuol ridere”, “Fuori nevica” e “Killer”. Realizza con Giobbe Covatta “Io e lui” e da solo “The School of the Art of De Lollis”. Nel frattempo appare anche in diverse trasmissioni televisive. E’ Cupido in “Indietro tutta” di Renzo Arbore e poi partecipa a “Fate il vostro gioco”, “Banane” e “Tirami su”, dove conosce Giobbe Covatta e Enzo Iacchetti, con cui collabora ad Odeon tv nelle trasmissioni “Telemeno” e “Spartacus”. La consacrazione arriva a metà degli anni ’90 grazie ai vari personaggi presentati nella trasmissione condotta dalla Gialappa’s Band “Mai dire Gol”, con le partecipazioni a “Quelli che il calcio” nelle edizioni condotte da Fabio Fazio e a “L’ottavo nano” della banda Dandini-Guzzanti. Il debutto cinematografico risale al 1995 con “L’amore molesto” di Mario Martone cui seguono “Hotel paura” (1996) di Renato De Maria, “Baci e abbracci” (1998) di Paolo Virzì, “Terra bruciata” (1999) di Fabio Segatori e “Liberate i pesci” (2000) di Cristina Comencini. Con quest’ultimo ottiene la candidatura la Nastro d’argento come miglior attore non protagonista. Nel 2002 è tra i protagonisti di “Bimba”, esordio alla regia di Sabina Guzzanti

Fabio Ferrari

Figlio d’arte (Paolo Ferrari e Marina Bonfigli), inizia la sua carriera in teatro con “L’Allegra Brigata” interpretando commedie come “Giulio Cesare è … ma non lo dite a Shakespeare”, “L’Odissea”, “Supercalifragilistichespiralidhorror”, “My fair west” tutte con la regia di Massimo Cinque. Sempre in teatro ha interpretato “Kessy canta” con la regia di Claudio Carafoli. Raggiunge la popolarità in televisione partecipando alle tre serie de “I ragazzi della terza C”, telefilm Fininvest nel quale interpretava il ruolo di Chicco. Sempre in televisione ha partecipato alla serie “College” ed al film TV “Piccole speranze”. In cinema è stato diretto da Carlo Vanzina (Vacanze in America), Giovanni Soldati (L’attenzione), Enrico Montesano (A me mi piace), Alessandro Di Robilant (Il nodo alla cravatta). Per la Compagnia della Rancia è stato protagonista della commedia musicale di Garinei e Giovannini “Il giorno della tartaruga” regia di Saverio Marconi. Le ultime stagioni teatrali lo hanno visto protagonista di “LUV” regia di P. R. Gastaldi, “Prigionieri di guerra” di Ackerly, per cui ha anche firmato la regia insieme a Luca Zingaretti, “Le ultime sere di carnevale” di Goldoni, “Cannibal” di Crowe, regia di P. R. Gastaldi, “Amori inquieti”, regia di Augusto Zucchi e “Cantando sotto la pioggia” e “Le Notti di Cabiria” prodotti dalla Compagnia della Rancia, sempre per la regia di Saverio Marconi. Nel 1998 è ritornato in televisione come protagonista di una puntata del serial “La Dottoressa Giò”.

Pino Ammendola

Sono nato a Napoli il due dicembre del 1951 da una “vecchia” famiglia napoletana, con lontane ascendenze spagnole dal lato della nonna paterna (una De Giacomo) e qualche altrettanto lontana influenza siciliana dal lato materno, senza dimenticarsi di qualche cromosoma medio orientale che “lega” sicuramente la mescola, insomma un vero “sudicio sudista” di quelli da fare accapponare la pelle a Bossi! Come molti napoletani doc, coniugo una puntualità svizzera ed uno stakanovismo teutonico ad una filosofia di vita molto permissiva e accomodante. Lo so è contraddittorio, ma del resto credo che esprima un po’ l’anima della mia città, allo stesso tempo nobilissima e cialtrona. Ho cominciato ad avvicinarmi al mondo dello spettacolo nel 1964, partecipando ad alcuni sceneggiati televisivi presso il centro Rai di Napoli e svolgendo una intensa attività teatrale con piccoli gruppi studenteschi, fino ad avere la fortuna di una comparsata in un film di grande successo come “Operazione San Gennaro”. Ho passato alcuni anni alla ricerca della mia vera strada, dividendomi tra il teatro, gli sport quasi estremi (il judo, il paracadutismo, il motociclismo, senza mai eccellere però, a parte un unica e probabilmente casuale vittoria, in una gara del campionato cadetti nel 1968) e gli studi, che l’educazione borghese ed una certa passione per il “libro” mi impedivano di trascurare. Così, dopo la bufera politica dei primi anni settanta che mi aveva fortemente coinvolto, nel 1975 mi sono laureato con lode in Giurisprudenza, con una tesi di ricerca sulla poesia licenziosa dei giuristi napoletani del ‘700 e nello stesso anno, grazie all’attore e regista Arnaldo Ninchi, sono partito per la mia prima tournee teatrale. A quel punto mi toccava scegliere cosa fare da grande. L’incontro con Achille Millo, che considero il mio vero maestro, fu decisivo e mi spinse a dedicarmi anima e corpo, al “mestiere dell’attore”, così mi trasferii a Roma, che è diventata la mia seconda patria. Oltre che con il grande Millo in quegli anni ho avuto il privilegio di lavorare con la Compagnia dei Giovani, con Tino Buazzelli, con Salvo Randone e di essere diretto da Mario Landi, da Alessandro Fersen, da Edmo Fenoglio e altri grandi. Ho scelto forse la strada meno facile, ma sicuramente quella che mi dettava il mio istinto e se tornassi indietro la ripercorrerei con lo stesso entusiasmo! Grazie al mio mestiere infatti, ho fatto esperienze uniche, ho viaggiato tantissimo ed ho conosciuto persone straordinarie! Nel 1984 mentre ero a lavorare a Los Angeles ho preso parte ad uno stage per attori stranieri, presso la “Lee Strasbery school” e questo mi ha definitivamente convinto che facevo il lavoro più bello del mondo. Ho fatto tanto teatro, tanta radio, tanto doppiaggio, tanta televisione. Nel ’95 poi, dopo il successo ottenuto interpretando “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi” di Alessandro Capone, ho cominciato a scrivere e a dirigere delle commedie adatte alla mia comicità ottenendo (grazie alla benevolenza del pubblico!) un grande consenso ed infine da una di queste commedie ho realizzato un film, ma questo potete leggerlo in altre pagine di questo sito (sempre se non vi ho annoiato troppo!). La parte migliore della mia vita però è un’altra: la mia esperienza di padre. Nel 1986 ho avuto un figlio che si chiama Claudio e che segue le mie orme con apprezzabili risultati (è stato Rubini da giovane nel film di Salvatores “Denti”), ma soprattutto dopo il divorzio, ha scelto di vivere con me, offrendomi l’opportunità a cinquanta anni di dividere con lui un po’ della sua giovinezza… specialmente quando riusciamo a veleggiare insieme e a praticare la pesca subacquea, che con la moto e gli scacchi sono le nostre grandi passioni!!!

Sandra Milo

Salvatrice Elena Greco, in arte Sandra Milo, nasce a Tunisi il giorno 11 marzo 1933. Appena ventiduenne debutta al cinema nel film “Lo scapolo” (1955), accanto ad Alberto Sordi. Riconoscibile per le sue forme esuberanti e vistose e per la ingenua voce da bambina, diviene una delle maggiorate del grande schermo e prende parte a numerosi film del periodo. Dopo un servizio fotografico per “Le Ore” – all’epoca un giornale d’élite – che ha come set la città di Tivoli, compare il titolo “La Milo di Tivoli”. Da questo episodio e decidendo di adottare un nome che avesse un suono dolce, sceglie il nome d’arte Sandra Milo. Il primo ruolo importante di Sandra Milo arriva nel 1959 grazie al produttore Moris Ergas, che poi si unirà con lei in matrimonio: il film è “Il generale Della Rovere”, di Roberto Rossellini, dove Sandra interpreta il ruolo di una prostituta. Un ruolo del tutto analogo è quello ricoperto in “Adua e le compagne” (1960) di Antonio Pietrangeli, un altro film d’autore. La carriera dell’attrice si interrompe bruscamente dopo la stroncatura al Festival di Venezia di “Vanina Vanini” (1961), pellicola tratta da un racconto di Stendhal, firmata ancora da Roberto Rossellini. Il film, e soprattutto la recitazione di Sandra Milo, vengoni accolti con critiche molto aspre, tanto che l’attrice viene soprannominata con il dispregiativo di “Canina Canini”. Fondamentale per il proseguio della sua carrierà è l’incontro con il regista Federico Fellini: con lui gira “8 e mezzo” (1963) e “Giulietta degli spiriti” (1965). Sandrocchia – come Fellini soleva affettuosamente soprannominarla – acquista l’immagina di una femme fatale ironica e disinibita. Incarnare di fatto l’immaginario erotico del regista e viene spesso messa in contrasto con la figura della moglie italiana, stereotipata come donna dall’aspetto dimesso e dalla mentalità borghese. Per entrambi i film Sandra Milo vince il Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista. Fra gli altri lavori importanti ricordiamo “Frenesia dell’estate” (1963, di Luigi Zampa), “L’ombrellone (1968, di Dino Risi), “La visita” (1963, di Antonio Pietrangeli). Dal matrimonio con Moris Ergas nasce Deborah, futura giornalista televisiva. La vita sentimentale di Sandra Milo si può comunque definire burrascosa: dopo Ergas si unisce nel 1969 (e fino al 1986) con Ottavio De Lollis: dalla coppia nascono i figli Ciro e Azzurra. La relazione mette in secondo piano la sua carriera di attrice, che decide di abbandonare definitivamente per dedicarsi alla famiglia. Alla nascita di Azzurra, la piccola sembrava morta alla nascita, ma è tornata inspiegabilmente in vita grazie all’intervento di Suor Maria Pia Mastena. L’evento miracoloso sarà poi riconosciuto dalla Chiesa cattolica per in favore del processo di canonizzazione della suora. Torna sul grande schermo solo nel 1982 per alcune apparizioni (“Grog” e “Cenerentola ’80”). Successivamente si dedica alla televisione. Forse dall’amicizia con Bettino Craxi, conduce su Rai Due nel 1985 “Piccoli fans”, una trasmissione pomeridiana per bambini. Esiste un episodio entrato di fatto nella storia della tv italiana che vede Sandra Milo protagonista: l’attrice è vittima di un celebre scherzo, di pessimo gusto, messo in pratica ai suoi danni all’inizio del 1990, quando durante la trasmissione “L’amore è una cosa meravigliosa”, una telefonata anonima in diretta informa Sandra che il figlio Ciro è ricoverato in ospedale in gravi condizioni in seguito ad un incidente. La Milo non trattiene né le lacrime, né la prevedibile brusca reazione. La notizia dell’incidente è falsa, ma le urla della madre sconvolta vengono registrate e verranno riusate a titolo canzonatorio. L’evento diviene tanto popolare da ispirare persino il titolo di una trasmissione comica di Italia 1, “Ciro, il figlio di Target”. Lasciata la Rai nel 1991 Sandra Milo approda sulle reti Fininvest (poi Mediaset) per ereditare da Enrica Bonaccorti la conduzione del programma “Cari genitori” nella mattina di Rete 4. In seguito sarà protagonista sulla stessa rete di una parodia musicale a puntate della telenovela “La Donna del Mistero” al fianco, tra gli altri, di Patrizia Rossetti e i Ricchi e Poveri. Durante il Festival di Sanremo 2001 è opinionista fissa de “La vita in diretta” e nel 2002 recita al fianco di Giampiero Ingrassia e Cristina Moglia nella fiction di Canale 5 intitolata “Ma il portiere non c’è mai?”. L’anno successivo torna al cinema con il film “Il cuore altrove” di Pupi Avati e nel 2005 partecipa al reality show “Ritorno al presente”, classificandosi seconda. Dal 2006 è in tournée nei teatri italiani con la commedia “8 donne e un mistero”, tratta dall’omonimo film francese, mentre nel 2007 è una delle protagoniste, assieme a Barbara D’Urso e Maurizio Micheli, della commedia teatrale “Il Letto ovale”, diretta da Gino Landi. Del 2008 è la sua partecipazione al film “Chi nasce tondo…” di Alessandro Valori, con Valerio Mastandrea. Per la stagione teatrale 2008/2009 è in scena con “Fiori d’acciaio” (tratto dall’omonimo film di Herbert Ross) per la regia di Claudio Insegno, con Caterina Costantini, Eva Robin’s e Rossana Casale. Nel 2009 è protagonista di uno dei cinque episodi del film “Impotenti esistenziali”, di Giuseppe Cirillo. Alla fine del mese del 29 ottobre 2009 Durante la trasmissione “Porta a Porta” di Bruno Vespa dichiara di essere stata per 17 anni l’amante di Federico Fellini. Nel 2009/2010 è in tournée con Caterina Costantini con la pièce “American Gigolo”, mentre nel febbraio del 2010 partecipa al reality “L’isola dei famosi”.

Annalisa Cucchiara

Esperienze Professionali: Teatro: 1985 “Pipino il breve” regia di G. Di Martino Teatro Stabile di Catania – USA ’85 – AUSTRALIA ’86 – ARGENTINA ’87 1986 “Stracci” regia di F. Crivelli – Teatro Stabile di Catania (ispirato a “Opera del mendicante” di J. Gay) – ruolo: Polly Peathum 1987/88 “Caino e Abele” di T. Cucchiara – ruoli: Giulietta e Anna Frank 1988 “La baronessa di Carini” di T. Cucchiara – ruolo: protagonista – ripresa nel 1991 con Massimo Modugno 1989/90 “Che disastro sono una figlia d’arte” di A. e T. Cucchiara 1990/91 “Don Chisciotto di Girgenti” di T. Cucchiara, regia di A. Pugliese, con L. Buzzanca – ruolo: Dulcinea (protagonista) Incide “Le tue contraddizioni” versione italiana di “Unexpected song” di A. Lloyd Webber – finalista concorso Castrocaro, Castrocaro Terme 1992/93 “My fair Lady” regia di S. Massimini – ruolo: Elisa Doolittle Teatro Sistina 1993/94 “Doktor Frankestein junior” di G. Alloisio e G. Gleijeses, regia di A. Pugliese – musiche di I. Fossati, G. Alloisio, E. Finardi 1995 “Blood Brothers” regia di V. Molinari, di W.Russel, con M.Fiordaliso 1996/97 “Suite di compleanno” di R. Hawdon, regia di C. Insegno 1997 “L’altra Cenerentola” di G. e T. Cucchiara regia di T. Cucchiara – con M. Martino (Matrigna), F. Alotta (Cenerentola) – ruolo: Genoveffa 1997/98 “No, no Nanette” di V. Youmans, regia di M. Foschini, direttore d’orchestra M° Orlando Pulin – ruolo: Nanette 2000 “Caino e Abele” di T. Cucchiara ” Al cavallino bianco” coreografie e regia Don LURIO. – ruolo : Ottilia 2001 ” La Maschera Nuda ” di R. Leoncavallo produzione teatro Metropolitan di Catania – ruolo : Pom Pon (soubrette) 2001/2002 ” Hello, Dolly! ” produzione Compagnia della Rancia con Loretta Goggi e Paolo Ferrari. Regia di Saverio Marconi – ruolo : Irene Molloy 2002 “Caino e Abele” di T. Cucchiara, 30° Anno. 2002 “La baronessa di Carini” di T. Cucchiara Cinema: 1999 “C’era un cinese in coma” con e regia di C. Verdone, con B. Fiorello, nel ruolo di Moira. Discografia: 1999 Ninna o’ Emi Music