Beppe Barra

1944 – Nasce a Roma il 24 Luglio, da una famiglia di artisti napoletani: il padre, Giulio Barra, fantasista e valente artista di varietà, e la madre Concetta, indimenticabile e travolgente attrice, icona del teatro popolare partenopeo; 1978 – Dopo anni dedicati al teatro (tra le tante è stato uno degli indiscussi protagonisti della “Gatta Cenerentola”: opera teatrale di Roberto De Simone) e al canto con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, decide di lasciare il gruppo. Partecipa alla Serata d’onore con Eduardo De Filippo, una serata televisiva sul teatro di Edurado, trasmessa in Tv e condotta da Vittorio Gassman, che vedeva tra gli ospiti oltre allo stesso Eduardo, anche altri personaggi illustri del mondo dello spettacolo, tra cui Pupella Maggio, Marcello Mastroianni e tanti altri, compreso Roberto De Simone che con Nino Rota era anche l’autore delle musiche del programma; 1980 – Vince il premio IDI Saint Vincent come attore; 1981 – Vince il premio Maschera d’oro; 1982 – In occasione del Carnevale di Venezia, Maurizio Scaparro lo invita a esibirsi in un assolo: nasce così “Peppe e Barra”, scherzo in musica in due tempi, scritto insieme a Lamberto Lambertini su musiche di Eugenio Bennato dove compare, a sorpresa, la madre Concetta Barra, che da allora parteciperà a tutti gli spettacoli del figlio. Dal successo di quello spettacolo, che ha debuttato al Teatro Goldoni e che ha girato mezzo mondo da Parigi a Bombay, nasce il sodalizio con Lambertini, che porta alla fondazione della Compagnia Peppe&Barra, che da lì in avanti produce numerosi spettacoli; 1983 – Esce un disco per la Fonoprint intitolato proprio Peppe e Barra; 1988 – Dopo anni di spettacoli esce un altro disco della compagnia Peppe e Barra, stavolta prodotto dalla Chicco Music, il disco si intitola Peppe e Concetta Barra n.1; 1992 – Esordisce come solista con l’album Mo vene, cui parteciperanno Billy Cobham, Famodou Don Moye dell’Art Ensemble Of Chicago e l’adorata mamma Concetta; 1993 – Scompare sua madre e le dedica uno spettacolo intitolato “Ricordi d’amore”. Vince la targa Tenco quale migliore interprete per l’anno in corso; 1994 – Il 3 Gennaio al Teatro Mercadante, per un concerto in omaggio a Eduardo Caliendo, si riunisce la storica formazione della Nuova Compagnia di Canto Popolare, con Barra, G.Mauriello, F.Vetere, P.Trampetti, C.D’Angiò, E.Bennato, N.Areni e C.Sfogli (la formazione comprendeva anche Mauro Di Domenico); 1995 – Fabrizio de Andrè gli chiede l’adattamento e l’interpretazione in napoletano del suo brano Bocca di rosa e lo inserisce nell’LP Canti randagi; 2001 – Incide il suo secondo album, Guerra, “un disco che autenticamente legittima per una volta, l’appartenenza di un artista napoletano alla World music” (La Repubblica); 2003 – PubblicaPeppe Barra in concerto, suo primo disco dal vivo come solista.

Maria Letizia Gorga

Attrice e cantante, Maria Letizia Gorga si è diplomata presso la Scuola Internazionale dell’Attore diretta da Alessandro Fersen e ha studiato voce e canto con i maestri G. Jurova, S. Molik e T. Carcavallo. E’ stata “Jesce sole”, “Capera” e “Zingara” nella “Gatta Cenerentola” di Roberto De Simone (in tournee in Italia e in Europa). Ha lavorato con Anatolij Vassiliev, alla Skola Dramaticeskogo Iskusstva di Mosca, in “Ciascuno a suo modo” di Pirandello ( nei panni di Delia Morello ) a Mosca e a Roma; con Tato Russo in “Mas’aniello” (al Teatro Bellini di Napoli) e ancora nella “Commedia degli equivoci” di Shakespeare e nell’ “Opera da tre soldi” di Brecht; con Rita Tamburi in“Controfigura” di K.Ippaso e G.Raggi, spettacolo a due personaggi con Franco Castellano,presentato al Festival di Fondi 1996 e per il quale ha ricevuto il premio come miglior attrice protagonista. Nel “Don Giovanni” di Tirso de Molina, cantato e raccontato dai comici dell’arte, per la regia di Maurizio Scaparro, con Peppe Barra, ha interpretato il ruolo di Donna Anna Ulloa, in tournee nelle più grandi città italiane e in Europa ( Parigi, Barcellona, Almagro, etc.); è reduce dai grandi successi al Trianon di Napoli e allo Strehler di Milano della “Cantata dei pastori” di e con Peppe Barra e dei suoi recitals musicali “Osceno Novecento” un secolo di canzoni proibite e “Avec le temps, Dalida”, sulla vita e le canzoni dell’artista italo-francese (Roma,Napoli,Palermo e tournee italiana ed europea),entrambi scritti e diretti da Pino Ammendola. Per anni ha interpretato Amelia Rosselli in “Contadini del Sud:una storia d’amore”, tratto da Rocco Scotellaro e Amelia Rosselli, per la regia di Ulderico Pesce, in Italia e all’estero (Australia, SudAmerica,Europa). E’ stata una dei protagonisti della favola musicale “Che fine ha fatto Cenerentola?” di E. M. La Manna e Monna Tessa nel “Decamerone” di R.Giordano, tratto dalle novelle del Boccaccio, con Peppe Barra, per la Versiliana e Taormina Arte . Ora è Plotina ne “Le memorie di Adriano” di M.Yourcenar con Giorgio Albertazzi, per la regia di M.Scaparro, per il teatro di Roma in tournee. In cinema ed in televisione ha lavorato con registi come A.Balducci, F.Laudadio, Ammendola e Pistoia, R.Izzo, R. Rocco, V.Terracciano, L.Parisi,etc. Ha realizzato il dvd tratto dallo spettacolo “Avec le temps, Dalida” tratto dall’omonimo spettacolo scritto e diretto da P.Ammendola in vendita nelle videoteche musicali e on-line con il testo, distribuito dalla Compagnia Nuove Indye. Ha inciso i dischi della “Cantata dei pastori” e del “Decamerone” con Peppe Barra,con le musiche di Lino Cannavacciuolo.

Massimo Corvo

Massimo Corvo nasce nel 1959 e inizia la carriera artistica praticamente in fasce, con un’apparizione in “L’ape regina” di Marco Ferreri e “Fellini 8 e ½” di Federico Fellini. Nel 1962 è il bimbo Vick’s Vaporub nella pubblicità omonima. Riprende l’attività nel 1975 con vari spettacoli teatrali nei ”Punti Verdi” e nell’ Estate Romana con la compagnia “Narrenshift”. Nel 1979 frequenta la “Bottega Teatrale di Firenze” diretta da Vittorio Gassman. Negli anni della “gavetta” lavora anche con Franco Zeffirelli nella “Maria Stuarda”(1983/84/85). Inizia la sua carriera nel doppiaggio con Isa Barzizza,ma la vera svolta in questo campo avviene nel 1984, quando si diploma al Corso del “Gruppo Trenta” indetto dalla Regione Lazio. Da allora si dedica quasi esclusivamente all’attività di doppiatore, sotto la sapiente guida di Renato Izzo. Continua comunque a lavorare come attore per la televisione e, dopo circa un decennio di ‘figurazioni e comparsate’, dal 1990 ad oggi appare con una crescente continuità in ruoli di rilievo. Debutta nel cinema come attore nel 1998 nel film di Claudia Florio “Il Gioco”; negli anni 2002/03 lavora anche con Alessandro Benvenuti, Maurizio Ponzi ed Eleonora Giorni. Attualmente sta pensando di cambiare mestiere: vorrebbe fare il tappezziere, il tassista, il capotreno, l’allenatore, l’astronauta, la segreteria telefonica… Sarà vero?

Annalisa Favetti

Nata a Roma nel 1972, debutta giovanissima nel film Nestore l’ultima corsa (1994), regia di Alberto Sordi. Successivamente si diploma presso il Laboratorio di Esercitazioni Sceniche, diretto da Gigi Proietti, sotto la cui regia lavora in numerosi spettacoli teatrali. Inoltre, studia danza moderna (funky, jazz) presso l’Istituto Addestramento Lavoratori dello Spettacolo (IALS). Lavora prevalentemente in teatro, ma anche nel cinema, in televisione e nella pubblicità. Tra i suoi lavori, ricordiamo i film Ti spiace se bacio mamma? (2003), regia di Alessandro Benvenuti, e Sweet Sweet Marja (2007), regia di Angelo Frezza. Più numerosi i suoi lavori televisivi, tra cui: La dottoressa Giò, regia di Filippo De Luigi, e Linda e il brigadiere, regia di Gianfranco Lazotti, entrambi del 1997, Il destino ha quattro zampe (2002), regia di Tiziana Aristarco, Un papà quasi perfetto (2003), regia di Maurizio Dell’Orso, Part Time (2004), regia di Angelo Longoni, e Un dottore quasi perfetto (2007), regia di Raffaele Mertes.

Marco Zadra

Figlio d’arte, cresciuto in un ambiente musicale, Marco Zadra ha trovato nel teatro lo sbocco naturale di una passione derivata da una sensibilità estrema, frutto di quei valori che i suoi genitori hanno saputo trasmettergli attraverso la musica classica. Il papà era il noto pianista argentino Fausto Zadra, la mamma è Marie Louise Bastyns, belga, , anche lei pianista di fama internazionale. I lunghi periodi trascorsi all’estero per seguire i genitori nelle loro tournèe, hanno permesso a questo attore eclettico e recettivo, di conoscere ed assorbire forme d’arte e sfumature di carattere socioculturale così diverse dalla nostra, tanto da renderlo un artista completo ed originale.

In questo modo Zadra ha potuto affinare la tecnica recitativa, attraverso la ricerca di uno stile personale che gli ha permesso di realizzarsi non solo come interprete ma anche come autore e regista di numerosi spettacoli comici che di recente lo hanno portato a collaborare come attore con Gigi Proietti nei suoi ultimi successi teatrali : “Serata d’Onore” “Serata D’Onore Tour” e “Ma l’amor mio non muore”.

Nel 2004 Gigi Proietti ha voluto Marco Zadra, per inaugurare “Il Brancaccino” con lo spettacolo “Il Mistero del Calzino Bucato”, un giallo anglo italiano ormai considerato un vero e proprio cult della comicità romana. L’esperienza di palco ed il confronto umano ed artistico con questo grandissimo attore hanno consentito a Zadra di cimentarsi in repertori sempre più virtuosi come i suoi ultimi monologhi ,”Grazie le faremo sapere”, “Così parlò Zadrathustra”e “Zadriskie Point”, caratterizzati da uno stile leggero e da una comicità raffinata, con i quali Zadra ha conquistato i consensi e le simpatie di un pubblico letteralmente entusiasta.

Marco Zadra in coppia con Marco Spampinato, ha formato nel 1999 il duo comico “Spampy & Zadra” basato sul sodalizio umano ed artistico che lega questi due attori ormai sempre più vincolati da una complicità di palco e da un’intesa nata dalle innumerevoli esperienze artistiche e di vita, con cui ha ottenuto numerosi riconoscimenti e menzioni speciali, partecipando a diverse rassegne e concorsi comici nazionali.

Insieme i due artisti, dotati di grande musicalità e senso ritmico, hanno ideato numerosi spettacoli comici che hanno riscosso grandi successi grazie alla ricerca di uno stile universale derivato da una particolare cura della comunicazione corporea e della mimica facciale con una vasta gamma di sonorità tali da attribuire al duo un pizzico di internazionalità.

Marco Zadra ha maturato una lunga esperienza in campo teatrale come insegnante curando laboratori teatrali per piccoli attori. Inoltre ha partecipato ad un progetto sperimentale che prevede il recupero di pazienti con problemi di balbuzie basato sull’attività teatrale, dedicandosi anche al mondo dell’handicap con spettacoli rivolti a persone con problemi psichici e sensoriali.

Zadra ha svolto attività di volontariato presso L’Istituto Gualandi per Sordomuti di Roma dal 1984 al 1990.

Dal 1992 al al 1996 presso l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie Fanciulli Adulti Subnormali)

Dal 1997 al 1998 presso l’Anthai

Dal 1998 al 2003 ha lavorato presso l’Audiomedical di Roma

Dal 2003 al 2005 e dal 2009 presso il Centro Recupero Balbuzie di Roma

Attualmente è impegnato come docente presso la scuola di teatro “Teatro Sette” diretta da Sergio Zecca e Michele La Ginestra.

Armando Bandini

Armando Bandini (vero nome Armando Burlando) (Genova, 5 Giugno 1926) è un attore e doppiatore italiano, di cinema e televisione. Interprete caratterista assai versatile ha preso parte alla compagnia teatrale di Gilberto Govi curandone uno speciale a puntate andato in onda sulla RAI. Lo si ricorda nel ruolo del preside nel film di Renato Pozzetto È arrivato mio fratello, e in quelli di don Carlino in Don Camillo monsignore… ma non troppo. Come doppiatore ha dato voce nelle distribuzioni italiane a Barney Rubble ne Gli Antenati e a Rigel in Ufo Robot Goldrake. Ha inoltre avuto ruoli anche in alcuni film con Gino Cervi.

Paolo Conte

Paolo Conte nasce ad Asti. Già da ragazzo comincia a coltivare quelle che ancora oggi rimangono le sue passioni: il jazz americano e le arti figurative. Si dedica come amatore al jazz, suonando il vibrafono in complessi della sua città o in tournée (Festival Nazionale del jazz a Saint Vincent), nonché come esperto (3° posto per l’Italia al Quiz internazionale di Oslo). Inizia, prima insieme al fratello Giorgio e poi da solo, a scrivere canzoni sulla scia di suggestioni assorbite dalla vita, dal cinema e dalla letteratura. Intorno alla metà degli anni Sessanta irrompono nelle classifiche musicali canzoni ‘diverse’ ed ‘originali’ firmate Paolo Conte: “La coppia più bella del mondo” e “Azzurro” (Adriano Celentano), “Insieme a te non ci sto più” (Caterina Caselli), “Tripoli ‘69” (Patty Pravo), “Messico e Nuvole” (Enzo Jannacci), “Genova per noi” e “Onda su onda” (Bruno Lauzi) e molte altre. Nel 1974 esce un album, intitolato Paolo Conte, in cui una voce casuale e come distratta tratteggia piccole storie private o quasi; e già l’anno dopo ecco un altro album con lo stesso titolo e nella stessa vena. Questi lavori segnano il debutto da protagonista del compositore astigiano. Il 1979 è l’anno in cui il pubblico inizia a scoprire Conte e ad affollare i suoi concerti grazie a ‘Un gelato al limon’. Due anni dopo, nel 1981, l’album successivo, Paris Milonga, viene presentato, onore inedito, nel corso di un’apposita giornata “contiana” organizzata dal Club Tenco a Sanremo. 1982: esce Appunti di viaggio che rappresenterà un grande serbatoio per il repertorio concertistico del Maestro. Ormai il cantautore di Asti è un protagonista. Nel 1984, il suo primo album per la storica etichetta CGD (marchio ormai scomparso all’interno del gruppo Warner Music), che si intitola di nuovo semplicemente Paolo Conte suscita grande interesse dei media e recensioni entusiastiche. L’artista conquista la Francia, suonando al Théâtre de la Ville di Parigi nel corso di una tournée che, aperta all’estero, si conclude in Italia tra i “tutto esaurito” e viene documentata da un doppio album, Concerti (1985) registrato dal vivo. Il 1987 porta finalmente un album di nuove canzoni: Aguaplano. È un doppio album i cui ventuno brani fanno scoprire nuove sfaccettature della creatività contiana. Inizia così una serie di lunghe tournée all’estero: due tournée in Canada, cinque in Francia (per tre settimane all’Olympia di Parigi), due tour in Olanda (dove ottiene il disco d’oro e il disco di platino), due tournée in Germania, oltre a Belgio, Austria, Grecia, Spagna, nonché due spettacoli al mitico Blue Note di New York, tempio storico del jazz. Dello stesso periodo è inoltre la sua partecipazione ai più importanti festival jazz (Montreux, Montreal, Juan Les Pins, Nancy, ecc.). Al rientro dalla tournée di “Aguaplano” l’Avvocato di Asti decide di regalarsi un po’ di riposo: a riempire la pausa produttiva esce nel 1988 una nuova registrazione dal vivo, Paolo Conte live, registrato allo “Spectrum” di Montreal e un video Nel cuore di Amsterdam registrato al Theatre Carré. Altri due anni di pausa e il novembre del 1990 ci offre un Paolo Conte nuovo: il nuovo album, Parole d’amore scritte a macchina, è interamente composto di brani inediti, che rivelano inattesi squarci musicali ed episodi decisamente atipici rispetto al corpus del repertorio dell’autore. Un album dunque, importante e significativo, che nel catalogo dell’artista occupa un posto assolutamente singolare. Il ritratto di Paolo Conte in copertina porta la firma di Hugo Pratt, di cui fu amico. Nel 1982 Conte scrive le musiche per lo spettacolo teatrale Corto Maltese. Sempre nel 1982 Hugo Pratt illustra 20 canzoni di Paolo Conte per un libro a lui dedicato dall’editore Lato Side. Il 30 settembre 1991 Paolo Conte vince il premio Librex-Guggenheim 1991 “Eugenio Montale per la poesia” – sezione “versi per musica”. Il disco successivo, Novecento, pubblicato nell’ottobre 1992, è un felice ritorno nel guscio del Conte più classico, una sistemazione geniale e gioiosa dei frammenti che da sempre compongono la sua musica alla luce di una nuova maturità. Non ci sono più i cori e le curiosità elettroniche che avevano caratterizzato le “Parole d’amore”, ma una splendida orchestra trapuntata di ricordi jazz e musical a cui l’artista fornisce la sua abituale materia sonora: ritmi eleganti, sinuosi e anche ubriachi, spinti fino al jazz hot e al tango da postribolo, dolcissime memorie tra verità e sogno, una poesia lussureggiante di colori, immagini, fantasie. Dopo il doppio album “Concerti” (1985) e il successivo “Paolo Conte live” (1988), nonché i due videotapes “Nel cuore di Amsterdam” (1989) e “Live in Montreux” (1991), esce l’album intitolato Tournée, che documenta spettacoli registrati dal vivo nel 1991, 1992 e 1993. Nel 1993 esce il volume “Le parole di Paolo Conte” edito da Allemandi, che raccoglie i versi delle sue canzoni. Il volume avrà una seconda edizione aggiornata nel 1997, sempre curata da Doriana Fournier docente dell’ Università di Parigi. Lo stesso volume uscira’ poi in versione inglese con il titolo “The words of Paolo Conte” nel 1999. Il nuovo album di inediti arriva nell’autunno 1995. Paolo Conte lo ha studiato, preparato, coltivato con amore e cure infinite, lavorando con un team di base composto dal contrabbassista Jino Touche, dal batterista Daniele Di Gregorio e dal fisarmonicista e polistrumentista Massimo Pitzianti. Il disco si intitola Una faccia in prestito ed è, con ogni probabilità, il suo album più maturo da sempre. Al suo interno ci sono gli elementi tipici della “canzone alla Paolo Conte” che non smettono mai di stupire: la “grazia plebea” della musica, il gusto del pastiche vero e falso, fra epoche e stili diversi, il piacere di testi sonori, fantasiosi, con una lingua che ribolle di capricci e invenzioni (il pidgin di “Sijmadicandhapajiee”, lo spagnolo virtuale di “Danson metropoli” e “Vita da sosia”). Nel 1996 esce in Europa l’album The best of Paolo Conte: i venti brani che lo compongono rappresentano la prima vera antologia della carriera di Conte: canzoni che trovano tutte posto nella storia della canzone italiana: da “Azzurro”, “Bartali” e “Genova per noi” a “Boogie” e “Via con me”, tutte eseguite nel famoso stile contiano. Oltre ai pezzi più conosciuti, sono presenti i brani preferiti dall’autore: da “Colleghi trascurati”, a “Max” e “Gong oh”. Nel 1998 il best viene pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti dalla prestigiosa etichetta americana Nonesuch (Ry Cooder, Joni Mitchell, Wilco, Philip Glass, Bill Frisell, etc.) e votato ‘disco dell’anno’ per l’autorevole rivista Rolling Stone. Ne segue un tour di successo nelle principali città degli Sati Uniti (New York, Boston, Los Angeles, San Francisco ecc.). Nel 1998 esce un nuovo doppio album live, Tournée 2, una sorta di seguito di “Tournée”, in risposta alle richieste continue ed entusiastiche del pubblico. Nessuna delle canzoni presenti in questo album doppio era mai stata pubblicata prima di allora in versione live, una parte di queste appare per la prima volta incisa su un disco: la strumentale “Swing”; “Legendary” e “Irresistible” (interpretata da Ginger Brew); “Nottegiorno” e “Roba di Amilcare”, omaggio all’amico e patron del Club Tenco di Sanremo Amilcare Rambaldi poco prima scomparso. Il 24 marzo 1999 Paolo Conte riceve l’onorificenza italiana di Cavaliere di Gran Croce. Nel 2000 si realizza un progetto che Paolo Conte sognava da vent’anni: Razmataz. Si tratta di un’opera multimediale legata ad un musical che porta lo stesso nome, ambientato nella Parigi degli anni Venti, nel periodo e nel luogo che Conte vede come il punto d’incontro e di fermento culturale di tutte le avanguardie del ventesimo secolo. La storia, che nello specifico narra l’incontro tra la vecchia Europa e la nuova musica nera, è stata illustrata attraverso 1800 disegni eseguiti da Conte e trasformata in un’opera video su dvd, accompagnata da musica e dialoghi. L’album contiene stralci di musica d’atmosfera del passato oltre ad una serie di canzoni in un’interessante carrellata di stili in francese, italiano e inglese, e riflette le eccitanti innovazioni e fusioni di questo incrocio culturale della Parigi degli anni Venti. Il 15 maggio 2001 Paolo Conte riceve un’altra onorificenza, questa volta in Francia (”Chevalier dans l’ordre des arts et lettres”), mentre il 9 aprile 2003 riceve la laurea honoris causa dall’Università degli studi di Macerata in Lettere Moderne (con la seguente motivazione: “per aver tradotto in un linguaggio del tutto originale, ricco di significative trame testuali e poetiche, tipi, luoghi, situazioni, storie, atmosfere di aspetti dell’immaginario del nostro tempo”). In questa occasione Conte tiene una lectio doctoralis intitolata: I tempi dell’ispirazione: il pomeriggio Il 2003 è l’anno di Reveries, altro ‘Best of’ di Paolo Conte realizzato appositamente per il mercato estero. Il disco nasce su richiesta della Nonesuch che desiderava dare seguito al lavoro iniziato negli USA dando al pubblico un nuovo album. Per questo disco, Paolo Conte ha riunito in studio i musicisti dell’orchestra che lo ha accompagnato in tutto il mondo durante i due anni del “Razmataz tour” ed ha registrato 12 nuove versioni di alcune perle del suo repertorio. Molteplici i motivi di interesse di queste nuove registrazioni: ad esempio “Reveries”, brano che dà il titolo al disco, autentico capolavoro “nascosto” che fino a quel momento esisteva solo in una versione ‘live’ nel disco “tournée”. Nuovi arrangiamenti permettono in questo disco di apprezzare i classici di Conte come “Dancing”, “Diavolo rosso” o “Sud America” nelle versioni note agli spettatori dei suoi magici concerti, versioni assai diverse da quelle pubblicate su disco negli anni ’80. Reveries inoltre ci fa riscoprire gioielli come “Gioco d’azzardo” e “L’avance” che dimostrano quanto grande sia questo artista alle prese con vere e proprie strazianti “Love ballads”. A completare il disco sono stati inseriti 4 brani tratti dai dischi “Paolo Conte” e “Novecento”. In seguito all’uscita americana, il disco viene pubblicato anche nel resto del mondo. Sempre nel 2003, nella serie Parole e Canzoni edita da Einaudi – Stile Libero esce il cofanetto dedicato a Paolo Conte che contiene il volume: Si sbagliava da professionisti, in cui il Maestro, cosa rara, commenta alcune sue canzoni. L’introduzione del volume è di Andrea Camilleri e del premio Oscar Nicola Piovani. Il cofanetto contiene anche un dvd, prodotto da Renzo Fantini, in cui Paolo Conte racconta in una lunga intervista video, cosa altrettanto rara, la sua arte. Nove anni dopo l’ultimo album in studio (“Una faccia in prestito”), il 5 novembre 2004 arriva nei negozi il nuovo album Elegia, prodotto da Renzo Fantini e distribuito da Warner Music: si tratta di un disco di grande maturità artistica, per le qualità poetiche e musicali delle canzoni, che si muovono sotto il segno di un’autentica originalità compositiva. Conte, attraverso la ricerca dell’essenza espressiva artistica, canta l’elegia della vita o meglio di una vita che valga la pena di essere vissuta. Il 2005 vede l’uscita del doppio cd e del dvd Paolo Conte live arena di Verona. La tracklist del disco corrisponde precisamente a quella del dvd (e del concerto all’Arena) ed offre dunque le stesse canzoni, di cui otto finora non erano disponibili su disco in versione dal vivo: sei tratte da “Elegia” più “La donna d’inverno” e “Gioco d’azzardo”. Il cd contiene anche un inedito assoluto che s’intitola “Cuanta pasión” registrato in studio con il contributo del chitarrista Mario Reyes della Gypsy Kings Family e della cantante iberica Carmen Amor. Il 24 maggio 2007 Paolo Conte riceve il Diploma accademico honoris causa in pittura dall’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro. Conte in quell’occasione ha tenuto una lectio magistralis intitolata: Razmataz – la bellissima negritudine. Il 25 giugno 2008 debutta a Lione il concerto “ Paolò symphonique ”: si tratta di un progetto musicale proposto dall’Auditorium di Lione e dall’Orchestre National de Lyon. Ogni concerto prevede una prima parte in cui Conte si esibisce con il suo gruppo storico e una seconda parte in cui si aggiunge la grande orchestra sinfonica. Il repertorio prevede molti brani conosciuti e qualche inedito. L’orchestratore è il Maestro Bruno Fontaine, nome di alto prestigio e direttore di squisita sensibilità. I primi appuntamenti di questa nuova avventura musicale dopo Lione, sono il 31 luglio 2008 ad Atene con la Greek Radio Tv (ERT) Symphony Orchestra e il 5 e 6 settembre 2008 a Parigi con l’ Orchestre National d’Ile de France e a Venezia, unica data italiana il 31 luglio 2009, in Piazza San Marco. Il 5 settembre 2008 viene presentato alla stampa il nuovo album Psiche prodotto da Renzo Fantini per Platinum e per la prima volta distribuito in tutto il mondo da Universal. L’album contiene 15 canzoni inedite: si tratta di un disco fuori ordinanza, uno dei più importanti in assoluto della storia di Paolo Conte. Tra Amore e Psiche il maestro sceglie Psiche perché più terrena ma soprattutto perchè ha più storie da raccontare. Le canzoni contenute nel disco sembrano nate per essere contemplate, come accade davanti ad un bel quadro. Ricordandoci di un’altra grande passione di Paolo Conte, la pittura, potremmo parlare nel caso di Psiche di canzoni pittoriche. L’11 ottobre sarà presentato per la prima volta alla stampa internazionale il nuovo album, Nelson, distribuito da Universal per Platinum

Gigi Proietti

Luigi Proietti detto Gigi (Roma, 2 novembre 1940) è un attore, regista, cantante, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano. Protagonista di molti film e di numerose fiction televisive di successo, personalità tra le più complete e valide dello spettacolo italiano, è considerato da molti l’erede artistico di Ettore Petrolini. Come attore teatrale è particolarmente apprezzato per le sue doti di affabulatore e trasformista. Figlio di Romano Proietti, di Porchiano del Monte, e della casalinga Giovanna Ceci, di San Clemente di Leonessa, dopo aver conseguito il diploma di maturità classica presso il liceo “Augusto” di Roma, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’Università La Sapienza, che abbandonerà a sei esami dalla laurea. Appassionato di musica sin da bambino, suona la chitarra, il pianoforte, la fisarmonica e il contrabbasso, e nel tempo libero inizia ad esibirsi come cantante nelle feste studentesche, nei bar all’aperto, e, più avanti, nei night-club più celebri della capitale. Attore nel teatro sperimentale Nello stesso momento inizia a frequentare il corso di mimica del Centro Universitario Teatrale tenuto da Giancarlo Cobelli, il quale nota subito le sue qualità di musicista e lo scrittura per uno spettacolo d’avanguardia da lui diretto, Can Can degli italiani (1963), composto da famosi scrittori quali Ercole Patti e Luigi Malerba, dove mette in musica un aforisma di Ennio Flaiano, Oh come è bello sentirsi…. A partire dal 1964 ricopre ruoli di contorno sul palcoscenico con il Gruppo Sperimentale 101 sotto la direzione di Antonio Calenda, dallo stesso Cobelli e anche con Andrea Camilleri, non ancora diventato celebre come scrittore. Il suo primo ruolo lo recita all’aperto, travestito da upupa, nella rappresentazione de Gli uccelli di Aristofane (1964) diretto da Giuseppe Di Martino. Dal 1968 ottiene ruoli da protagonista in diversi spettacoli messi in scena dal Teatro Stabile de L’Aquila, tra cui Il dio Kurt di Alberto Moravia e Operetta di Witold Gombrowicz. Successo nella commedia musicale Il primo, inaspettato successo arriva nel 1970, quando viene improvvisamente chiamato a sostituire Domenico Modugno, ufficialmente a causa di un incidente capitatogli (ma ufficiosamente, sembra, a causa di dissapori con l’autore e co-protagonista della commedia, Renato Rascel) nella parte di Ademar nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Alleluja brava gente. Trionfo negli One-Man-Show Dopo aver recitato nel 1974 il ruolo di Neri Chiaramantesi nel dramma di Sem Benelli La cena delle beffe, accanto a Carmelo Bene e Vittorio Gassman, nel 1976 stringe un proficuo sodalizio con lo scrittore Roberto Lerici, insieme al quale scrive e dirige i suoi spettacoli, rimasti nella storia, A me gli occhi, please (1976), riportato in scena nel 1993, 1996 e nel 2000, in una memorabile performance allo Stadio Olimpico della sua città natale, oltre a Come mi piace (1983), Leggero leggero (1991) e, per la televisione, Attore, amore mio (1982) e Io, a modo mio (1985). In questi spettacoli Proietti, totalmente privo di guida registica, ha modo di scatenare la sua verve attoriale come monologhista, cantante, imitatore, ballerino, in estenuanti tour de force che ottengono un dirompente successo di pubblico; dalle 6 serate inizialmente previste si superano agevolmente le 300, con oltre 2000 spettatori di media a riempire i teatri tenda ed i palasport di tutta l’Italia, ammirato e stimato anche da importanti personalità come Federico Fellini (il quale dapprima pensa a lui per il ruolo di Casanova nel suo film Il Casanova di Federico Fellini, poi assegnato a Donald Sutherland e del quale sarà un efficace doppiatore) ed Eduardo De Filippo. La collaborazione tra Proietti e Roberto Lerici si può benissimo paragonare a quella, altrettanto proficua, tra Giorgio Gaber e Sandro Luporini per il teatro canzone. Dopo la morte di Roberto Lerici, avvenuta nel 1992 per infarto, Proietti porta in scena e dirige altri due spettacoli solisti, Prove per un recital (1996) e Io, Totò e gli altri (2002). Nel 2004 ha portato in tour lo spettacolo “Serata d’Onore” premiato il 20 agosto all’ Arena di Catanzaro con il “Riccio d’Argento” come migliore spettacolo dell’anno nella rassegna “Fatti di Musica”. Direttore artistico e regista Dal 1978 assume la direzione artistica insieme a Sandro Merli del Teatro Brancaccio di Roma, creando un suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche per i giovani attori (la stessa cosa farà Vittorio Gassman con la sua Bottega Teatrale di Firenze), portando in scena con i suoi allievi durante gli anni ottanta numerosi spettacoli assai apprezzati. Nello stesso momento si cimenta anche con la regìa teatrale, specializzandosi in adattamenti teatrali di successi cinematografici, oltre a curare la messa in scena di diverse opere liriche tra il 1983 e il 2002. Nel 1996 scrive e dirige un suo testo, Mezzefigure, mentre nel 1998 è la voce del narratore della fiaba Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev, sotto la direzione orchestrale di Enrique Mazzola. Nel 2005 dirige Pino Quartullo e Sandra Collodel in Quella del piano di sopra, commedia brillante di Pierre Chesnot replicata nelle stagioni successive, ottiene un notevole successo accanto a Sabrina Ferilli e Maurizio Micheli nella versione moderna nel classico di Hennequin e Veber La Presidentessa (già interpretato da lui nel 1968 per la regìa di Franco Enriquez) portato più volte in tournée. Dal 2007 non è più direttore artistico del Teatro Brancaccio ma del GranTeatro di Roma. Attore cinematografico Nel 1966 debutta contemporaneamente sul grande e piccolo schermo. Al cinema non è però un vero debutto poiché già a quattordici anni viene scritturato come comparsa nel film Il nostro campione, diretto nel 1955 da Vittorio Duse. In ogni caso il suo primo ruolo, per una curiosa coincidenza, è quello di un maresciallo dei carabinieri, lo stesso che trenta anni dopo lo porta alla grandissima notorietà. Tinto Brass è il primo regista a valorizzarlo con un ruolo da protagonista nel suo film L’urlo del 1968, quindi partecipa a film di Bolognini, Monicelli, Petri e Magni, ma forse soltanto Alberto Lattuada gli offre un ruolo pienamente compiuto sul versante drammatico nel film Le farò da padre (1974). Partecipa inoltre ad alcuni film americani diretti da registi di prestigio come Lumet, Altman e Ted Kotcheff, nonché col francese Bertrand Tavernier. È fuor di dubbio che il suo ruolo brillante più celebre sia quello dello sfortunato indossatore Bruno Fioretti, che inventa qualsiasi stratagemma per poter giocare ai cavalli in società con alcuni suoi amici perdendo regolarmente, nella commedia di Steno Febbre da cavallo (1976), diventata col tempo un vero oggetto di culto tanto che nel 2002 se ne realizzerà un sequel a furor di popolo, Febbre da cavallo – La mandrakata, diretto dal figlio di Steno, Carlo Vanzina, definito dallo stesso attore un ritorno sul luogo del delitto. Con Vanzina tornerà a lavorare in Le barzellette (2004), Un’estate al mare (2008), Un’estate ai Caraibi (2009) e La vita è una cosa meravigliosa (2010). Si cimenta con successo anche nel campo del doppiaggio, dove inizia nel 1964 prestando la voce al Gatto Silvestro dei cartoon della Warner Bros, quindi a celebri divi del grande schermo come Robert De Niro, Sylvester Stallone, Richard Burton, Richard Harris, Dustin Hoffman, Charlton Heston e Marlon Brando, nonché per George Segal in Tenderly di Franco Brusati e persino a Michel Piccoli nel Diabolik di Mario Bava. È notevole il suo pirotecnico doppiaggio del personaggio del genio della lampada nel film Aladdin (1992), prodotto dalla Walt Disney Pictures, che ripeterà anche nei due sequel distribuiti soltanto in home video, Il ritorno di Jafar ed Aladdin e il re dei ladri e persino in due videogames ispirati al film, La sfida per Agrabah e La bottega dei giochi di Aladdin. Attore televisivo Nel 1966 Proietti debutta in televisione nello sceneggiato I grandi camaleonti, diretto da Edmo Fenoglio. Insieme ad Ugo Gregoretti compare in ruoli soddisfacenti, come quello del truffatore Alfred Jingle ne Il Circolo Pickwick (1967), trasposizione dell’omonimo romanzo di Charles Dickens, dove compone e canta anche la sigla finale, La ballata di Pickwick. Proprio durante le sedute di registrazione di questa canzone, incontra un giovane di Poggio Bustone, che in quel brano suona la chitarra, musicista sotto contratto con la casa discografica Ricordi e destinato alla grande notorietà, Lucio Battisti. Sarà il loro primo ed ultimo incontro, ricordato in seguito dallo stesso Proietti in un’intervista durante una trasmissione celebrativa sul cantante. Con Gregoretti lavora ancora nel 1974 in uno spettacolo sperimentale che tenta di fondere il varietà con lo sceneggiato, Sabato sera dalle nove alle dieci, dove Proietti è conduttore, compone e canta la sigla iniziale ed interpreta quattro ruoli, ed, infine in uno sceneggiato ispirato ad Emilio Salgari, Le tigri di Mompracem (1974), ricordato per il largo uso del chroma-key, dove interpreta il ruolo di Sandokan due anni prima di Kabir Bedi. Insieme ad Antonello Falqui raggiunge la vetta massima a livello artistico sul piccolo schermo, col varietà Fatti e fattacci (1975), insieme a Ornella Vanoni, Giustino Durano e Massimo Giuliani, girato a colori, dove interpreta il cantastorie di una scalcinata compagnia di saltimbanchi in un viaggio a puntate attraverso il folklore di quattro città italiane, Roma, Milano, Napoli e Palermo. Alla Sicilia dedicherà ancora un omaggio in quello stesso anno, cantando in lingua siciliana la celeberrima Ballata di Carini, musicata da Romolo Grano ed utilizzata come sigla iniziale del film L’amaro caso della baronessa di Carini (1975), diretto da Daniele D’Anza, con Ugo Pagliai e Janet Agren. Conduttore e regista televisivo Nel 1981 rientra in televisione con lo sceneggiato Fregoli diretto da Paolo Cavara, ispirato alla vita del grande trasformista Leopoldo Fregoli e suo ennesimo tour de force, nel quale riveste i panni di ben 75 personaggi, oltre a comporre e cantare la sigla di chiusura, Prima de pija’ sonno. Inoltre è conduttore dei varietà Fantastico 4 (1983) diretto da Enzo Trapani e Di che vizio sei? (1988) per la regìa di Adolfo Lippi. A lui fu affidata la conduzione del tradizionale spettacolo RAI di Capodanno per la particolare edizione del 2000, dove annunciò l’avvento del nuovo Millennio. Come regista televisivo debutta nel 1990 con una delle prime sitcom italiane, Villa Arzilla, basato sulle vicende di un gruppo di anziani pensionanti in una casa di riposo, dove appare in brevi cameo come giardiniere della villa, e dove riunisce un bel gruppo di grandi attori e attrici del passato come Giustino Durano, Fiorenzo Fiorentini, Ernesto Calindri, Marisa Merlini e Caterina Boratto. Otto anni più tardi si dirige nel film Un nero per casa (1998) dove interpreta la parte principale di un architetto. I trionfi sul piccolo schermo Nel 1992 inizia ad ottenere un consistente successo con le serie di telefilm Un figlio a metà, bissato dal seguito Un figlio a metà – Un anno dopo (1994), diretti da Giorgio Capitani, dove interpreta il ruolo di un doppiatore cinematografico (che esercita anche nella realtà e con successo), quindi sempre diretto da Capitani nella sitcom Italian Restaurant (1994) con Nancy Brilli dove è il proprietario di un ristorante italiano a New York (nella realtà Proietti, per breve tempo, ha effettivamente gestito un ristorante). Nel 1996 arriva il trionfo inaspettato della serie televisiva Il Maresciallo Rocca, creato dalla coppia di scrittori Laura Toscano e Franco Marotta ed ancora diretto da Capitani nella quale l’attore romano interpreta il ruolo di Giovanni Rocca, vedovo con tre figli a carico, maresciallo comandante della stazione dei Carabinieri di Viterbo, che tra un caso e l’altro si innamora di una deliziosa farmacista, interpretata da Stefania Sandrelli (nella vita reale Proietti non ha fatto il militare per esubero di leva). La serie, partita in sordina su Rai 2, conquista i favori del pubblico fino a superare agevolmente i dieci milioni di telespettatori ed a mettere in seria concorrenza trasmissioni ampiamente collaudate come il Festival di Sanremo. Il colossale successo impone ai due autori, ai registi (al veterano e collaudato Capitani si alternano Lodovico Gasparini, José Maria Sànchez e Fabio Jephcott) ed al protagonista la realizzazione di ben cinque stagioni, realizzate tra il 1998 e il 2005, e della miniserie conclusiva Il maresciallo Rocca e l’amico d’infanzia nel 2008, tutte su Rai Uno. Proietti interpreterà un altro personaggio creato da Toscano e Marotta, L’avvocato Porta, in due serie dirette da Franco Giraldi, ma con minor successo. Nel 2005, dopo essere apparso come veterinario in un film diretto da José Maria Sànchez, il 19 marzo è uno degli ospiti d’onore nella fortunata trasmissione di Renzo Arbore Speciale per me – meno siamo meglio stiamo, dove canta tre canzoni sue, tra le quali la celeberrima Chi me l’ha fatto fa’, e si produce nella divertente recitazione de Il lonfo, probabilmente la più nota delle poesie metasemantiche di Fosco Maraini, recitata successivamente anche nella puntata del 7 febbraio 2007 della trasmissione Parla con me, condotta su Raitre da Serena Dandini. Nel 2009 Proietti gira una fiction su San Filippo Neri dal titolo Preferisco il Paradiso, trasmessa su RaiUno nell’autunno 2010 con ottimi ascolti. Nel 2010 recita nella miniserie tv Il signore della truffa nel ruolo dell’ex truffatore di lungo corso Federico Sinacori, una co-produzione Artis e Rai Radiotelevisione Italiana, destinata alla prima serata RaiUno.[1] Attore radiofonico alla radio incontra un notevole successo nella celeberrima trasmissione Gran varietà, dove partecipa durante le stagioni 1973-1974 interpretando il personaggio di un ladruncolo, ed in quella del 1975-1976, dove è un irresistibile conquistatore femminile che a parole (e con tre ipotesi) è infallibile, ed alla prova dei fatti accumula continui disastri, ma non si abbatte mai, come canta inesorabile accompagnandosi alla chitarra alla fine dei suoi sketch. Personaggio tra i più azzeccati della sua carriera, lancia un tormentone di successo (Invidiosi!) destinato a rimanere nel ricordo. Dietro il microfono tornerà soltanto nel 1995 come voce narrante dello sceneggiato Belfagor, ovvero il fantasma del Louvre. Personalità multiforme e poliedrica dello spettacolo italiano, si cimenta anche nella poesia, seguendo l’esempio del Belli, di Trilussa e dello stesso Petrolini, componendo diversi sonetti pubblicati negli anni novanta in una rubrica del quotidiano romano Il Messaggero. Compare in diversi spot pubblicitari, tra cui quello ultimo, notissimo, per una marca di caffè. Partecipa inoltre al Festival di Sanremo del 1995, insieme a Peppino Di Capri e Stefano Palatresi, col nome di Trio Melody, dove presenta il brano Ma che ne sai… (…se non hai fatto il piano bar). Artista esuberante e simpatico sulla scena quanto riservatissimo sulla sua vita privata, è sposato con una ex guida turistica svedese, Sagitta Alter, ed ha due figlie, Susanna e Carlotta. Filmografia Attore cinematografico Il nostro campione, regia di Vittorio Duse (1955) Se permettete parliamo di donne, regia di Ettore Scola (1964) Le piacevoli notti, regia di Armando Crispino e Luciano Lucignani (1966) La ragazza del bersagliere, regia di Alessandro Blasetti (1966) Lo scatenato, regia di Franco Indovina (1967) Una ragazza piuttosto complicata, regia di Damiano Damiani (1968) La matriarca, regia di Pasquale Festa Campanile (1968) La virtù sdraiata (The Appointment), regia di Sidney Lumet (1969) L’urlo, regia di Tinto Brass (1970) Dropout, regia di Tinto Brass (1970) Brancaleone alle crociate, regia di Mario Monicelli (1970) La mortadella, regia di Mario Monicelli (1971) Bubù, regia di Mauro Bolognini (1971) Gli ordini sono ordini, regia di Franco Giraldi (1972) Meo Patacca, regia di Marcello Ciorciolini (1973) La Tosca, regia di Luigi Magni (1973) La proprietà non è più un furto, regia di Elio Petri (1973) Le farò da padre, regia di Alberto Lattuada (1974) Conviene far bene l’amore, regia di Pasquale Festa Campanile (1975) Languidi baci, perfide carezze, regia di Alfredo Angeli (1976) Febbre da cavallo, regia di Steno (1976) Bordella, regia di Pupi Avati (1976) Chi dice donna, dice… donna, regia di Tonino Cervi (1976) L’eredità Ferramonti, regia di Mauro Bolognini (1976) Casotto, regia di Sergio Citti (1977) Un matrimonio (A wedding), regia di Robert Altman (1978) Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d’Europa (Who is killing chefs of Europe?), regia di Ted Kotcheff (1978) Due pezzi di pane, regia di Sergio Citti (1979) Non ti conosco più amore, regia di Sergio Corbucci (1980) Di padre in figlio, regia di Alessandro e Vittorio Gassman (1982) “FF.SS.” – Cioè: “…che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?”, regia di Renzo Arbore (1983) Mi faccia causa, regia di Steno (1984) Eloise, la figlia di d’Artagnan (La fille de d’Artagnan), regia di Bertrand Tavernier (1994) Panni sporchi, regia di Mario Monicelli (1999) Febbre da cavallo – La mandrakata, regia di Carlo Vanzina (2002) Le barzellette, regia di Carlo Vanzina (2004) Un’estate al mare, regia di Carlo Vanzina (2008) Un’estate ai Caraibi, regia di Carlo Vanzina (2009) La vita è una cosa meravigliosa, regia di Carlo Vanzina (2010) Tutti al mare, regia di Matteo Cerami (2011) Attore televisivo [modifica] La maschera e il volto, regia di Flaminio Bollini (1965) Il circolo Pickwick da Charles Dickens, regia di Ugo Gregoretti (1968) (nel ruolo del truffatore Alfred Jingle) La fantastica storia di don Chisciotte della Mancia da Miguel de Cervantes, regia di Carlo Quartucci (1970) (nel ruolo di don Chisciotte) La tigre di Mompracem da Emilio Salgari, regia di Ugo Gregoretti (1974) (nel ruolo di Sandokan) Romanzo popolare italiano, regia di Ugo Gregoretti (1975) 1981: Fregoli di Roberto Lerici e Paolo Cavara, regia di Paolo Cavara (1981) (nel ruolo di Leopoldo Fregoli) Viaggio a Goldonia da Carlo Goldoni, regia di Ugo Gregoretti (1982) Gli innocenti vanno all’estero, regia di Luciano Salce (1983) (nel ruolo della guida turistica Ferguson) La bella Otero, regia di José María Sánchez (1984) Io a modo mio, regia di Eros Macchi (1985) (nel ruolo del conduttore e di personaggi vari) Sogni e bisogni, regia di Sergio Citti (1985) (episodio Micio micio, nel ruolo del meccanico) Facciaffitasi, serie telefilm, regia di José Maria Sànchez (1987) Liebe ist stärker als der Tod, film tv, regia di Juraj Herz (1988) Villa Arzilla, sitcom, regia di Gigi Proietti (1990) (nel ruolo del giardiniere della villa, anche soggetto e sceneggiatura) Passioni, soap-opera, regia di Fabrizio Costa (1993) (nel ruolo di fra’ Joao) Un figlio a metà, film tv, regia di Giorgio Capitani (1994) (nel ruolo del doppiatore Sandro Giacomelli) Italian Restaurant, sitcom, regia di Giorgio Capitani (1994) (nel ruolo del ristoratore Giulio Broccoli, anche sceneggiatura) Un figlio a metà – Un anno dopo, film tv, regia di Giorgio Capitani (1995) (nel ruolo del doppiatore Sandro Giacomelli) Il maresciallo Rocca, serie di 8 film tv (Una morte annunciata, Senso di colpa, Morte di una ragazza polacca, Violenza privata, Morire d’amore, L’ostaggio, L’amica del cuore e La vendetta), regia di Giorgio Capitani (1996) (nel ruolo di Giovanni Rocca) L’avvocato Porta, film tv, regia di Franco Giraldi (1997) (nel ruolo di Antonio Porta) Il maresciallo Rocca 2, serie di 4 film tv (Un maledetto incastro, Senza perché, Un delitto diverso ed Enigma finale), regia di Giorgio Capitani e Ludovico Gasparini (1998) (nel ruolo di Giovanni Rocca) Un nero per casa, film tv, regia di Gigi Proietti (1998) (nel ruolo dell’architetto Lorenzo Paradisi) Avvocato Porta – le nuove storie, film tv, regia di Franco Giraldi (2000) (nel ruolo di Antonio Porta) Il maresciallo Rocca 3, serie di 4 film tv (Un grido nel buio, Il mistero dello scheletro, Crudele destino e Ultima sfida), regia di Giorgio Capitani e José Maria Sànchez (2001) (nel ruolo di Giovanni Rocca) Il maresciallo Rocca 4, serie di 6 film tv (Senza perdono, Un amore grande, Per fatto personale, La ragazza col cagnolino, Veleni e L’ultima sfida), regia di Giorgio Capitani e Fabio Jephcott (2003) (nel ruolo di Giovanni Rocca) Mai storie d’amore in cucina, film tv, regia di Giorgio Capitani e Fabio Jephcott (2004) (nel ruolo del ristoratore Marcello Bruni) Il veterinario, film tv, regia di José Maria Sànchez (2004) (nel ruolo del dottor Gigi Garulli) Il maresciallo Rocca 5, serie di 6 film tv (Il mistero di Santa Brigida, Menzogne, La trappola, Il figlio di nessuno, Il male ritorna) regia di Giorgio Capitani e Fabio Jephcott (2005) (nel ruolo di Giovanni Rocca) Il maresciallo Rocca e l’amico d’infanzia, miniserie TV, regia di Fabio Jephcott (2008) (nel ruolo di Giovanni Rocca) Preferisco il Paradiso, miniserie TV, regia di Giacomo Campiotti (2010) (nel ruolo di San Filippo Neri) Il signore della truffa, miniserie TV Regista televisivo [modifica] 1990: Villa Arzilla (sit-com) 1998: Un nero per casa (film tv) Doppiatore 1966: Chi ha paura di Virginia Woolf? (Who’s afraid of Virginia Woolf?), regia di Mike Nichols (voce di Richard Burton) 1966: Tre uomini in fuga (La grande vadrouille), regia di Gérard Oury (voce di Bourvil) 1966: Diabolik, regia di Mario Bava (voce di Michel Piccoli) 1966: Un angelo per Satana, regia di Camillo Mastrocinque (voce di Aldo Berti) 1967: Camelot, regia di Joshua Logan (voce di Richard Harris) 1967: Riflessi in un occhio d’oro (Reflections in a Golden Eye), regia di John Huston (voce di Marlon Brando) 1967: Agente speciale L.K. – Operazione Re Mida, regia di Jesus Franco (voce di Ray Danton) 1968: Gioco senza fine, regia di Franco Brusati (voce di George Segal) 1969: I due invincibili (The Undefeated), regia di Andrew V. McLagen (voce di Rock Hudson) 1970: Un uomo chiamato Cavallo (A man called Horse), regia di Elliot Silverstein (voce di Richard Harris) 1970: Uomini e cobra (There Was a Crooked Man…), regia di Joseph L. Mankiewicz (voce di Kirk Douglas) 1971: Sfida senza paura, regia di Paul Newman (voce di Paul Newman) 1972: Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno, regia di Martin Scorsese (voce di Robert De Niro) 1974: Lenny, regia di Bob Fosse (voce di Dustin Hoffman) 1975: Salon Kitty, regia di Tinto Brass (voce di Helmut Berger) 1976: Buffalo Bill e gli indiani, regia di Robert Altman (voce di Paul Newman) 1976: Gli ultimi fuochi (The Last Tycoon), regia di Elia Kazan (voce di Robert De Niro) 1976: Rocky, regia di John G. Avildsen (voce di Sylvester Stallone) 1976: Il Casanova di Federico Fellini, regia di Federico Fellini (voce di Donald Sutherland) 1977: Furia, serial tv statunitense (prima voce di Peter Graves) 1978: F.I.S.T., regia di Norman Jewison (voce di Sylvester Stallone) 1992: Aladdin, regia di John Musker, Ron Clements (voce del Genio) 1993: I visitatori (Les visiteurs), regia di Jean Marie Poiré (voce di Jean Reno) 1994: Il ritorno di Jafar, (film d’animazione non destinato alle sale cinematografiche) 1996: Casinò, regia di Martin Scorsese (voce di Robert De Niro) 1996: Hamlet, regia di Kenneth Branagh (voce di Charlton Heston) 1996: Aladdin e il re dei ladri, (film d’animazione non destinato alle sale cinematografiche) 1996: Dragonheart – Cuore di drago (Dragonheart), regia di Rob Cohen (voce di Draco) 1998: La spada magica – Alla ricerca di Camelot, regia di Frederick Du Chan (voce di Cornelius e di Devon) 2003: Chi ha paura?, (film d’animazione non destinato alle sale cinematografiche) Teatrografìa Attore teatrale 1963: Can Can degli italiani, regia di Giancarlo Cobelli (mette in musica ed esegue un aforisma di Ennio Flaiano) 1964: Gli uccelli di Aristofane, regia di Giuseppe Di Martino (recita all’aperto travestito da upupa) 1964: Romolo il grande di Friedrich Dürrenmatt, regia di Giuseppe Di Martino 1964: La caserma delle fate, testo e regia di Giancarlo Cobelli 1965: L’arbitro di Luigi Pistilli, regia di Giorgio Magliulo 1965: La maschera e il volto di Luigi Chiarelli (nel ruolo dell’avvocato Luciano Spina) 1965: Il mercante di Venezia di William Shakespeare, regia di Ettore Giannini (nei ruoli di Menestrello, Selerio e Selerino) 1965: Direzione memorie di Corrado Augias, regia di Antonio Calenda (col Gruppo Sperimentale 101) 1965: Il re Cervo di Carlo Gozzi, regia di Andrea Camilleri 1966: Gioco con la scimmia di Enrico Filippini, regia di Antonio Calenda (col Gruppo Sperimentale 101) 1967: Il desiderio preso per la coda di Pablo Picasso, regia di Antonio Calenda (col Gruppo Sperimentale 101, nel ruolo di Picasso) 1967: Il misantropo di Molière (nel ruolo di Acasto) 1968: Le mammelle di Tiresia di Guillaume Apollinaire, regia di Antonio Calenda (col Gruppo Sperimentale 101) 1968: La Celestina di Fernando De Rojas, regia di Antonio Calenda (col Gruppo Sperimentale 101, interpretato con Laura Adani, Paila Pavese, Marisa Belli) 1968: Riflessi di conoscenza di Corrado Augias, regia di Antonio Calenda (col Gruppo Sperimentale 101) 1968: Il tubo e il cubo di Augusto Frassineti, regia di Antonio Calenda (col Gruppo Sperimentale 101) 1968: La Presidentessa di Maurice Hennequin e Peter Veber, regia di Franco Enriquez (nel ruolo di Octave Rosiman) 1969: Nella giungla delle città di Bertolt Brecht, regia di Antonio Calenda (col Gruppo Sperimentale 101, nel ruolo di George Garga) 1969: Coriolano di William Shakespeare, regia di Antonio Calenda (col Gruppo Sperimentale 101, nel ruolo principale di Coriolano) 1969: Il dio Kurt di Alberto Moravia, regia di Antonio Calenda (col Gruppo Sperimentale 101, nel ruolo principale di Kurt) 1969: Operetta di Witold Gombrowicz, regia di Antonio Calenda (col Gruppo Sperimentale 101) 1970: Alleluja brava gente, commedia musicale di Renato Rascel, Domenico Modugno e Iaia Fiastri, regia di Garinei e Giovannini (nel ruolo di Ademar) 1974: La cena delle beffe, dramma di Sem Benelli, regia di Carmelo Bene (nel ruolo di Neri Chiaramantesi) 1976: A me gli occhi, please di Gigi Proietti e Roberto Lerici, regia di Gigi Proietti (one-man-show, riportato in scena con nuove versioni nel 1993, 1996 e nel 2000 allo Stadio Olimpico di Roma) 1978: Commedia di Gaetanaccio di Luigi Magni, regia di Gigi Proietti (nel ruolo principale di Gaetanaccio) 1979: Caro Petrolini da scritti di Ettore Petrolini, regia di Gigi Proietti (nei ruoli di Tiberio, Archimede, Benedetto e le macchiette, con gli allievi del suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche) 1980: Il bugiardo di Carlo Goldoni, regia di Ugo Gregoretti (nel ruolo di Lelio de’ Bisognosi) 1981: Stanno suonando la nostra canzone di Neil Simon, regia di Gigi Proietti (nel ruolo di Vernon Gersh) 1981: Edipo re di Sofocle, regia di Vittorio Gassman (nel ruolo del Nunzio) 1983: Come mi piace di Gigi Proietti e Roberto Lerici, regia di Gigi Proietti (one-man-show) 1985: Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, regia di Gigi Proietti ed Ennio Coltorti (nel ruolo di Cyrano) 1988: Liolà di Luigi Pirandello, regia di Gigi Proietti (nel ruolo di Liolà) 1989: I sette re di Roma di Luigi Magni, regia di Pietro Garinei (nei ruoli di: Enea, Tiberino, Fauno Luperco, Orazio, Bruto e i sette re) 1989: Edmund Kean di Raymund Fitzsimmons, regia di Gigi Proietti (nel ruolo di Kean) 1991: Leggero leggero di Gigi Proietti e Roberto Lerici, regia di Gigi Proietti (one-man-show) 1994: Per amore e per diletto da materiali di Ettore Petrolini (nuovo allestimento dopo quello del 1987, nei ruoli di Gastone, Archimede e Benedetto) 1996: Prove per un recital, testo e regia di Gigi Proietti (one-man-show) 1996: La morte dell’arcivescovo di Brindisi, testo e regia di Giancarlo Menotti (voce narrante) 1996: Il giudizio universale di Claudio Ambrosini, ispirato alla sceneggiatura del film omonimo di Vittorio De Sica e Cesare Zavattini, regia di Vincenzo Grisostomi (voce che annuncia il Giudizio Universale) 1998: La Pietà, testo e regia di Vincenzo Cerami su musiche di Nicola Piovani (voce narrante) 2000: Socrate, adattamento di Vincenzo Cerami dai Dialoghi di Platone, regia di Gigi Proietti (nel ruolo di Socrate) 2002: Io, Toto e gli altri, testo e regia di Gigi Proietti (one-man-show) 2004: Serata d’Onore, testo e regia di Gigi Proietti (one-man-show) 2006: Ma l’amor mio non muore, dai materiali di Ettore Petrolini 2007: Buonasera…varietà di fine stagione, di e con Gigi Proietti Regista teatrale 1976: A me gli occhi, please di Gigi Proietti e Roberto Lerici (one-man-show, riportato in scena con nuove versioni nel 1993, 1996 e nel 2000 allo Stadio Olimpico di Roma) 1978: Commedia di Gaetanaccio di Luigi Magni (anche attore) 1979: Caro Petrolini da scritti di Ettore Petrolini (anche attore, con gli allievi del suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche) 1981: Stanno suonando la nostra canzone di Neil Simon (anche attore accanto a Loretta Goggi, riportato in scena nel 1998) 1983: Come mi piace di Gigi Proietti e Roberto Lerici (one-man-show) 1985: Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand (co-regia Ennio Coltorti, anche attore) 1987: Per amore e per diletto da materiali di Ettore Petrolini (solo regia, con gli allievi del suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche, riportato in scena nel 1994) 1988: Liolà di Luigi Pirandello (anche attore) 1989: Guardami negli occhi di Georges Feydeau (solo regia) 1989: Karin di Arieh Chen (solo regia) 1989: Edmund Kean di Raymund Fitzsimmons (anche attore) 1991: Leggero leggero di Gigi Proietti e Roberto Lerici (one-man-show) 1991: Due dozzine di rose scarlatte di Aldo De Benedetti (solo regia) 1991: La pulce nell’orecchio di Georges Feydeau (solo regia) 1992: Cose di casa di Paola Tiziana Cruciani (solo regia) 1993: Casa di frontiera di Gianfelice Imparato (solo regia; nel 2001 dalla commedia teatrale, Massimo Costa dirige la versione cinematografica, La Repubblica di San Gennaro) 1996: La Capannina di André Roussin (solo regia) 1996: Prove per un recital (one-man-show) 1996: Mezzefigure (solo testo e regia) 1998: Stanno suonando la nostra canzone di Neil Simon (solo regia, nuovo allestimento dopo quello del 1981) 1999: Dramma della gelosia, adattamento dalla sceneggiatura del film Dramma della gelosia – Tutti i particolari in cronaca di Ettore Scola (solo regia) 2000: Socrate, adattamento di Vincenzo Cerami dai Dialoghi di Platone (anche attore) 2000: Taxi a due piazze di Ray Cooney (solo regia, nuova rappresentazione nel 2005) 2001: Falstaff e le allegre comari di Windsor di William Shakespeare e Arrigo Boito, con Giorgio Albertazzi (solo regia) 2001: Full Monty di Terence McNally e David Yazbeck, adattamento teatrale del film omonimo con Giampiero Ingrassia e Rodolfo Laganà (solo regia) 2002: Una Martin’s De Luxe di Claudio Pallottini (solo regia) 2002: Io, Toto e gli altri (one-man-show) 2003: Non ti conosco più di Aldo De Benedetti (solo regia) 2003: Romeo e Giulietta di William Shakespeare (solo regia, nuova rappresentazione nel 2005) 2004: Stregata dalla luna di John Patrick Shanley, adattamento teatrale dal film Moonstruck (solo regia) 2005: Quella del piano di sopra di Pierre Chesnot, con Pino Quartullo e Sandra Collodel (solo regia) 2005: La Presidentessa di Maurice Hennequin e Peter Veber, con Sabrina Ferilli e Maurizio Micheli (solo regia) 2006: Liolà di Luigi Pirandello, con Gianfranco Jannuzzo e Manuela Arcuri (solo regia) Regista di opere liriche 1983: Tosca di Giacomo Puccini 1985: Don Pasquale di Gaetano Donizetti 1985: Falstaff di Giuseppe Verdi 1986: Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart (nuova rappresentazione nel 2005) 1995: Benvenuto Cellini di Hector Berlioz 2002: Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart 2009: Nabucco di Giuseppe Verdi Compositore e cantante Discografìa 45 e 33 giri 1963: Oh, come è bello sentirsi…, compone e canta un aforisma di Ennio Flaiano nello spettacolo teatrale Can Can degli italiani 1967: La ballata di Pickwick, compone e canta la sigla finale dello sceneggiato Il circolo Pickwick, con Lucio Battisti alla chitarra (mai pubblicata su disco) 1970: Amaro fiore mio, canta nella commedia musicale Alleluja brava gente (45 giri RCA PM 3615) 1970: Lo Paradiso, canta nella commedia musicale Alleluja brava gente (45 giri RCA PM 3615) 1970: Non piangere, compone e canta nel film Dropout 1971: Se io non ci sarò, compone e canta nel film La vacanza, regia di Tinto Brass, non comparendo come attore nella pellicola (33 giri General Music ZSLGE 55062) 1971: La voglia di scannarli tutti tanti, compone e canta nel film La vacanza, rega di Tinto Brass, non comparendo come attore nella pellicola (33 giri General Music ZSLGE 55062) 1972: Fantasia, portami via…, compone e canta nello sceneggiato Il viaggio di Astolfo 1972: Chi Me L’Ha Fatto Fa’, compone e canta (45 giri RCA PM 3647) 1973: Meo Patacca, compone e canta nel film Meo Patacca (33 giri RCA OC 28) 1973: Quante n’avemo viste, compone e canta nel film Meo Patacca (33 giri RCA OC 28) 1973: Quando ‘na donna se pente, compone e canta nel film Meo Patacca (33 giri RCA OC 28) 1973: Nun je da’ retta Roma, compone e canta nel film La Tosca (33 giri RCA OC 36) 1973: Mi madre è morta tisica, canta nel film La Tosca (33 giri RCA OC 36) 1973: Che brutta fine ha fatto il nostro amore, compone e canta la sigla finale del varietà Sabato sera dalle 9 alle 10 (45 giri RCA TPBO 1005) 1973: Lettera ad un amico, compone e canta (45 giri RCA TPBO 1005) 1973: Me so’ magnato er fegato (di Claudio Baglioni e Antonio Coggio), canta (45 giri RCA TPBO 1094) 1975: La ballata di Carini (di anonimo arrangiata da Romolo Grano), canta in lingua siciliana nella sigla iniziale dello sceneggiato L’amaro caso della baronessa di Carini (45 giri RCA TBBO 1184) 1976: Sono un uomo semplice con i peli sul petto, canta nel film Languidi baci… perfide carezze (45 giri RCA TPBO 1268) 1976: Dove è andata Marì, compone e canta (45 giri RCA TPBO 1268) 1978: Me vie’ da piagne, compone e canta nella commedia musicale Gaetanaccio (45 giri RCA BB 6279) 1978: Tango della morte, compone e canta nella commedia musicale Gaetanaccio (45 giri RCA BB 6279) 1981: Prima de pija’ sonno, compone e canta la sigla finale dello sceneggiato Fregoli (45 giri RCA BB 6502) Altre canzoni pubblicate su CD Chi me l’ha fatto fa’ E me metto a canta’ Er tranquillante nostro La vita è ‘n osteria Ce l’avrai quattro soldi Lettera ad un amico Cosa hai da guardare Vecchio sentimento Ho detto al sole Nina, se voi dormite La nuova casa La tigre Pubblicità Kimbo Caffè (dal 2006 – ), testimonial Onorificenze Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana — 27 dicembre 1991. Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri. Nei titoli di testa di Febbre da cavallo è annunciato come Luigi Proiet

Tommaso Paolucci

Nato a Matelica 54 anni fa, Paolucci si è laureato in Architettura presso il Politecnico di Milano, città in cui inizia la carriera professionale come organizzatore teatrale, lavorando con artisti del calibro di Dario Fo,Gabriele Salvatores ed Elio De Capitani. Dopo aver fondato la Compagnia dell’Elfo, si trasferisce a Roma, dove assume la direzione amministrativa della Compagnia Attori e Tecnici e fonda il Teatro Vittoria. Nell’88 torna nelle Marche per curare la direzione organizzativa della Compagnia della Rancia di Saverio Marconi. Dal ’99 all’ottobre 2006 è direttore organizzativo del Teatro Stabile delle Marche e da novembre direttore del Teatro Gentile da Fabriano. Quindi la nomina alla direzione del tempio della commedia musicale all’italiana: una scelta fortemente voluta da Enzo Garinei e Gian Mario Pietro Longoni, comproprietari del Teatro, e decisa all’unanimità dal consiglio di amministrazione del Sistina.